2011-02-24 17:57:35

Emergenza profughi. Maroni: l'Europa non lasci sola l'Italia


Le sfide scaturite dalla situazione in Nord Africa in campo energetico e migratorio coinvolgono tutta l’Unione europea e non singoli paesi maggiormente esposti: e' il monito lanciato dal presidente della Repubblica, Napolitano, in visita in Germania. Già in mattinata dal Consiglio Affari Interni a Bruxelles, il responsabile del Viminale Roberto Maroni aveva chiesto all’Europa di non lasciare sola l’Italia di fronte all’emergenza profughi. Dalla Libia può giungere un’ondata di immigrazione dalle proporzioni catastrofiche, ha detto, facendo riferimento al possibile arrivo di un milione e mezzo di persone. Il servizio di Debora Donnini. RealAudioMP3

Quali, a questo punto, gli scenari che si aprono riguardo l'emergenza profughi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Monica Spatti, ricercatrice del Dipartimento di studi giuridici all’Università Cattolica di Milano ed esperta di immigrazione in ambito europeo:RealAudioMP3

R. – L'Italia potrebbe chiedere all’Europa di attivarsi e di applicare la direttiva sulla protezione temporanea, la quale prevede che gli Stati si impegnino a garantire l’accesso ad un certo numero di persone: ciascuno Stato dovrebbe, quindi, farsi carico di un numero di sfollati. Questo, però, non è un obbligo; è una facoltà dei singoli Stati.

D. – E’ una sorta di collegamento con quello che è il “principio di solidarietà”, che prevede l’intervento dei 27, quando uno dei Paesi si trova in difficoltà?

R. – Esatto. E’ un’applicazione concreta del “principio di solidarietà”: ciascuno Stato dovrebbe – però il condizionale è d’obbligo – indicare la propria capacità di accoglienza in termini numerici, in termini generali.

D. – Esiste anche un problema di sicurezza: insieme all’enorme flusso di immigrati, potrebbero arrivare anche appartenenti a cellule terroristiche intenzionate a colpire l’Europa. Come si può evitare giuridicamente un problema del genere?

R. – Si può evitare, perché gli Stati possono decidere di non riconoscere asilo o qualsiasi tipo di protezione e quindi anche la protezione temporanea a persone che costituiscono un pericolo per l’ordine pubblico, persone che si sono macchiate di gravi crimini. In questa ipotesi, quindi, non verrebbe concessa alcun tipo di protezione.

D. – Questo ovviamente presuppone tutta una serie di controlli all’arrivo?

R. – Esatto, di controlli all’arrivo, ma soprattutto una procedura atta a verificare l’effettiva pericolosità di queste persone. E questa non è cosa né semplice, né immediata.

D. – Prospettando una saturazione dell’Italia, non si rischia una politica di respingimenti pericolosissima per la tutela dei diritti umani riconosciuta internazionalmente?

R. – Sì. L’Italia non può, senza il sostegno del diritto internazionale, respingere queste persone, perché le respingerebbe in Paesi non sicuri. Certo è che l’Italia non può essere lasciata sola dagli altri Paesi dell’Unione Europea. (mg)







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