Consiglio Ecumenico delle Chiese su accesso all'acqua e diritti dell'uomo
Con la pubblicazione di un documento sull’acqua e la scelta del tema della prossima
assemblea generale nel 2013 si sono conclusi ieri a Ginevra i lavori del Comitato
centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese (WCC/COE). Il documento saluta con soddisfazione
il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite del diritto universale di accesso all’acqua
potabile ed esorta le Chiese membro a continuare la loro battaglia in difesa di questo
principio in quanto diritto fondamentale alla vita, da cui tuttavia miliardi di persone
nel mondo sono escluse. Il testo sarà la base della prossima Campagna quaresimale
per l’acqua 2011 (Seven Weeks for Water Lent Campaign) promossa dalla Rete Ecumenica
per l’Acqua (Ewn). “La campagna che stiamo per iniziare – ha sottolineato la coordinatrice
dell’Ewn Maike Gorsboth - ha per obiettivo quello di far aumentare tra i cristiani
la consapevolezza che l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici deve essere
considerato un autentico diritto umano. Per sette settimane incoraggeremo i fedeli
delle diverse organizzazioni ecumeniche a farsi promotori attivi di questo diritto
presso tutte le sedi internazionali". Il Comitato centrale del COE ha anche deciso
il tema della sua prossima assemblea generale che si terrà nell’ottobre del 2013 a
Busan, in Corea del Sud. Il titolo scelto per l’incontro sarà “Il Dio della vita ci
conduce alla giustizia e alla pace”, in continuità con il tema scelto per la nona
assemblea del 2006 a Porto Alegre in Brasile: “Dio nella Tua grazia trasforma il mondo”.
Il tema ha evidenziato il rev. Olav Fykse Tveit, segretario generale del COE , va
anche letto come un appello all’unità dei cristiani in Dio. Nel corso dei lavori,
i membri del Comitato centrale hanno voluto anche manifestare la profonda preoccupazione
delle Chiese cristiane nel mondo per la feroce repressione delle proteste in Libia.
In un comunicato, esso ha lanciato un fermo appello per il ristabilimento del dialogo
invitando le parti a compiere uno sforzo comune per assicurare al Paese un futuro
di pace e di giustizia. (L.Z.)