2011-02-24 14:50:14

Consiglio Ecumenico delle Chiese su accesso all'acqua e diritti dell'uomo


Con la pubblicazione di un documento sull’acqua e la scelta del tema della prossima assemblea generale nel 2013 si sono conclusi ieri a Ginevra i lavori del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese (WCC/COE). Il documento saluta con soddisfazione il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite del diritto universale di accesso all’acqua potabile ed esorta le Chiese membro a continuare la loro battaglia in difesa di questo principio in quanto diritto fondamentale alla vita, da cui tuttavia miliardi di persone nel mondo sono escluse. Il testo sarà la base della prossima Campagna quaresimale per l’acqua 2011 (Seven Weeks for Water Lent Campaign) promossa dalla Rete Ecumenica per l’Acqua (Ewn). “La campagna che stiamo per iniziare – ha sottolineato la coordinatrice dell’Ewn Maike Gorsboth - ha per obiettivo quello di far aumentare tra i cristiani la consapevolezza che l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici deve essere considerato un autentico diritto umano. Per sette settimane incoraggeremo i fedeli delle diverse organizzazioni ecumeniche a farsi promotori attivi di questo diritto presso tutte le sedi internazionali". Il Comitato centrale del COE ha anche deciso il tema della sua prossima assemblea generale che si terrà nell’ottobre del 2013 a Busan, in Corea del Sud. Il titolo scelto per l’incontro sarà “Il Dio della vita ci conduce alla giustizia e alla pace”, in continuità con il tema scelto per la nona assemblea del 2006 a Porto Alegre in Brasile: “Dio nella Tua grazia trasforma il mondo”. Il tema ha evidenziato il rev. Olav Fykse Tveit, segretario generale del COE , va anche letto come un appello all’unità dei cristiani in Dio. Nel corso dei lavori, i membri del Comitato centrale hanno voluto anche manifestare la profonda preoccupazione delle Chiese cristiane nel mondo per la feroce repressione delle proteste in Libia. In un comunicato, esso ha lanciato un fermo appello per il ristabilimento del dialogo invitando le parti a compiere uno sforzo comune per assicurare al Paese un futuro di pace e di giustizia. (L.Z.)







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