Udienza generale. Benedetto XVI: non c’è vera riforma della Chiesa senza conversione
personale
All’udienza generale in Aula Paolo VI, il Papa si è soffermato sulla figura di San
Roberto Bellarmino, cardinale gesuita e Dottore della Chiesa, che tra il XVI e XVII
secolo s’impegnò a rinsaldare l’identità della Chiesa cattolica rispetto alla Riforma
protestante. Al termine dell’udienza, il Pontefice ha benedetto la “Fiaccola Benedettina
della Pace”, che da Norcia partirà nei prossimi giorni alla volta dell’Inghilterra
come segno di riconciliazione e solidarietà tra le nazioni. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Pastore d’anime,
uomo di governo e modello di preghiera: Benedetto XVI ha indicato i tratti fondamentali
della figura di San Roberto Bellarmino, che attraverso i suoi scritti di teologia
e spiritualità svolse un ruolo importante nella Chiesa del dopo Concilio di Trento
per rispondere alla Riforma protestante, nata da “una grave crisi politica e religiosa”:
“Egli
evita ogni taglio polemico e aggressivo nei confronti delle idee della Riforma, ma
utilizzando gli argomenti della ragione e della Tradizione della Chiesa, illustra
in modo chiaro ed efficace la dottrina cattolica”.
Membro di numerose
Congregazioni, il porporato gesuita ebbe anche incarichi diplomatici, e tuttavia,
ha detto il Pontefice, i gravosi uffici di governo “non gli impedirono di tendere
quotidianamente verso la santità”. Ha così messo l’accento sul suo impegno nella predicazione:
“La
sua predicazione e le sue catechesi presentano quel medesimo carattere di essenzialità
che aveva appreso dall’educazione ignaziana, tutta rivolta a concentrare le forze
dell’anima sul Signore Gesù intensamente conosciuto, amato e imitato”.
Nei
suoi scritti, ha poi osservato il Papa, si avverte in modo chiaro “il primato che
egli assegna agli insegnamenti del Signore”. San Bellarmino fu dunque modello di preghiera,
“una preghiera che ascolta la Parola del Signore”, che “non si ripiega su stessa,
ma è lieta di abbandonarsi a Dio”:
“Un segno distintivo della spiritualità
del Bellarmino è la percezione viva e personale dell’immensa bontà di Dio, per cui
il nostro Santo si sentiva veramente figlio amato da Lui ed era fonte di grande gioia
il raccogliersi, con serenità e semplicità, in preghiera, in contemplazione di Dio”.
Formato
alla spiritualità ignaziana, ha poi aggiunto, il Bellarmino indica come norma sicura
del buon vivere e del buon morire “il meditare spesso e seriamente che si dovrà rendere
conto a Dio delle proprie azioni” e cercare “di non accumulare ricchezze in questa
terra, ma di vivere semplicemente e con carità in modo da accumulare beni in Cielo”.
Il cardinale Bellarmino richiamò inoltre con forza il clero e i fedeli ad una riforma
personale della propria vita:
“Il Bellarmino insegna con grande chiarezza
e con l’esempio della vita che non può esserci vera riforma della Chiesa se prima
non c’è la nostra personale riforma e la conversione del nostro cuore”.
“Avvenimenti
prosperi o avversi, ricchezze e povertà”, ha detto il Papa riecheggiando uno scritto
del Santo gesuita, “il sapiente non deve né cercarli, né fuggirli per se stesso. Ma
sono buoni e desiderabili solo se contribuiscono alla gloria di Dio”:
“Non
sono parole passate di moda, ma da meditare a lungo per orientare il nostro cammino
su questa terra. Ci ricordano che il fine della nostra vita è il Signore, il Dio che
si è rivelato in Gesù Cristo, nel quale Egli continua a chiamarci e a prometterci
la comunione con Lui”.
Queste parole, ha soggiunto, ci ricordano
“l’importanza di confidare nel Signore, di spenderci in una vita fedele al Vangelo,
di accettare e illuminare con la fede e con la preghiera ogni circostanza e ogni azione
della nostra vita, sempre protesi all’unione con Lui”. Al momento dei saluti, in lingua
italiana, il Papa ha rivolto un cordiale benvenuto alle delegazioni giunte da Norcia
e Cassino, che hanno portato la Fiaccola Benedettina della Pace. La Fiaccola, benedetta
dal Papa, partirà il prossimo primo marzo alla volta di Londra per una celebrazione
ecumenica:
“Cari amici, mentre vi ringrazio per l’odierna visita,
faccio voti che la tradizionale iniziativa contribuisca a ravvivare la luce della
fede, specialmente in Europa e sia portatrice di concordia e di riconciliazione”.