Nuove proteste di massa in Algeria, Yemen e Bahrein
Ancora proteste dei disoccupati ad Annaba, nell'Est dell'Algeria. Diversi tafferugli
sono scoppiati ieri tra le forze di sicurezza e le decine di manifestanti riuniti
davanti alla sede della prefettura (wilaya). 7 giovani sono rimasti feriti, uno è
grave. Le autorità stanno tentando di riportare le calma. Hanno avviato un censimento
dei disoccupati e annunciato la creazione di circa 7 mila posti di lavoro.
Brevi
scontri sono avvenuti oggi a Sanaa tra manifestanti antigovernativi e sostenitori
del presidente Ali Abdallah Saleh con un bilancio di cinque feriti. Circa 200 manifestanti,
in gran parte studenti, accampati in una piazza davanti all'università hanno tentato
di avvicinarsi ad un'altra piazza ad qualche centinaio di metri dove si erano radunati
militanti del Congresso popolare generale (Cpg, il partito al potere). Questi hanno
allora attaccato i dimostranti con bastoni e pugnali, ferendone cinque, prima che
la polizia intervenisse a separare i due gruppi. La notte scorsa sono stati circa
un migliaio i dimostranti che hanno passato la seconda notte consecutiva sulla piazza
di fronte all'università di Sanaa, ribattezzata “Piazza della liberazione”, senza
incursioni dei filogovernativi. Saleh, al potere da 32 anni, ha detto ieri che lascerà
solo se sconfitto in elezioni.
Centinaia di manifestanti rimangono stamani
nel centro della capitale del Bahrein, Manama, respingendo le concessioni del governo,
mentre la città si prepara a una manifestazione dell'opposizione. Contemporaneamente,
in un altro quartiere di Manama, una processione funebre ha accompagnato le spoglie
di un manifestante sciita ucciso da spari dell'esercito. Le forze dell'ordine non
si vedono nei pressi della centrale Piazza delle Perle, ribattezzata piazza della
Liberazione, occupata da sabato scorso dai manifestanti. "No al dialogo, no al dialogo",
grida la folla. Volontari controllano il traffico, mentre gruppi di studenti si dirigono
verso la piazza.