2011-02-19 14:04:19

Vescovi del Celam: "Lo sviluppo umano deve essere sempre al servizio della dignità dell'uomo"


Si è conclusa con ampio comunicato la riunione dei vescovi membri del dipartimento Giustizia e solidarietà del consiglio episcopale latinoamericano (Celam) che si sono incontrati a Bogotà, in Colombia, dall'11 al 14 febbraio per riflettere sull’odierna realtà sociale della regione. In particolare i presuli si sono occupati dello “sviluppo umano” ribadendo con forza le sue caratteristiche principali: “integrale, solidale e inclusivo”. I vescovi sottolineano la rilevanza della crescita economica degli ultimi anni e al tempo stesso elencano alcune dello loro preoccupazioni sui meccanismi e modalità di questo sviluppo materiale ricordando che “deve essere sempre al servizio della persona umana e della sua dignità”. Tale sviluppo però, scrivono nel comunicato, non ha rappresentato una sconfitta della povertà; anzi, “più di due terzi della popolazione vive in condizione di povertà e al tempo stesso la regione è quella che registra fra tutti i continenti, l’indice più elevato di disuguaglianza sociale”. Si tratta di una realtà in cui “persistono situazioni di miseria inumana” e perciò, oggi più che mai, occorre ribadire “la nostra opzione preferenziale per i poveri” con lo scopo di contribuire a rimuovere le cause di questo fenomeno. Tra queste cause i presuli ricordano la distribuzione ingiusta della ricchezza, l'espatrio dei profitti e le politiche fiscali che penalizzano i più poveri. D’altra parte il comunicato analizza anche altri fattori come la devastazione dell’ambiente, la bassa qualità della vita, le molte libertà per la circolazione dei capitali e le tante restrizioni alla circolazione delle persone. Infine, i vescovi riflettono sul contenuto della democrazia e osservano che ci sono stati progressi nell’ambito della partecipazione, ma ciò non è servito per combattere l’eccesso di concentrazione di poteri in poche mani. Allo stato attuale delle cose i presuli ritengono che occorra dunque lavorare meglio e di più per rendere il modello e il sistema economico più solidale, più giusto e soprattutto più inclusivo poiché, negli ultimi anni, la massa delle persone escluse da molti diritti è cresciuta a dismisura. Fra le chiavi di volta per un successo in quest’ambito i vescovi ritengono che sia decisivo distinguere sempre la società civile dal mercato e dallo stato, per accrescere l’ascolto dei movimenti e gruppi popolari, che rivendicano un proprio ruolo sociale e una propria difesa dei diritti. Ciò sarà sempre, secondo il comunicato, un grande contributo al bene comune che poi, in definitiva, deve essere l’anima dell’intero processo e di ogni sistema economico. Prima di concludere i presuli ricordano le molte e importanti azioni concrete delle diversi comunità ecclesiali nazionali che, con modalità e stile diversi, lavorano con molto impegno in numerosi ambiti sociali, dalle carceri ai giovani senza lavoro, dai quartieri periferici alle università, dalla scuola alle famiglie. (A cura di Luis Badilla)







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