Il vescovo di Tunisi ricorda il sacerdote polacco ucciso ieri a Manouba
Dura condanna dalle autorità tunisine per l’uccisione a Manouba del sacerdote salesiano
polacco, don Marek Rybinski. Il corpo dell’uomo di 34 anni è stato ritrovato ieri
nel garage della scuola in cui prestava servizio. Il governo punta il dito contro
un “gruppo di terroristi estremisti” e ricorda che la Tunisia è sempre stata un Paese
di pacifica coesistenza di culture e religioni. Intanto, intorno ai luoghi di culto
cristiani sono state rafforzate le misure di sicurezza. “Nei giorni scorsi i salesiani
avevano ricevuto una lettera, firmata con una svastica, in cui si minacciavano gli
ebrei e si chiedevano soldi”, spiega il vescovo di Tunisi, mons. Lahham Marun Elias.
Paolo Ondarza lo ha intervistato.
R. – Nessuno
se lo aspettava, ma abbiamo saputo dopo l’accaduto che 15 giorni prima, esattamente
il 30 gennaio, i padri salesiani avevano ricevuto una lettera di minaccia scritta
in francese ed indirizzata agli ebrei, che chiedeva loro i soldi e che diceva che
se non li avessero dati, sarebbero venuti ad ammazzarli nella loro casa. Il padre
ucciso era l’economo. Per la gente semplice, se non sei musulmano sei ebreo, e la
lettera era firmata con una croce nazista.
D. – In qualche modo lei
ritiene ci sia un collegamento tra le proteste, i disordini di questi giorni e quanto
accaduto a don Marek Rybinski?
R. – Ci sarà certamente, ma sarà la polizia
a dircelo. Sembra, però, che sia nato in Tunisia un movimento islamista che si indirizza
contro tutti i non musulmani. E questi hanno fatto, una settimana fa, una manifestazione
davanti alla Sinagoga di Tunisi, dicendo agli ebrei di andarsene perché l’esercito
di Maometto stava per arrivare. Il partito islamico di Tunisi ha detto che questi
non dipendevano da lui. Ieri sul sito Internet del ministero degli Interni tunisino
c’era la condanna dell’atto contro il prete salesiano, che diceva che questi gruppi
sono dei fondamentalisti e che andavano condannati.
D. – I cristiani,
in questo momento, si sentono minacciati?
R . – E’ esagerato dire che
tutti i cristiani sono minacciati. La polizia però ha rafforzato la sorveglianza e
le guardie davanti alle nostre chiese per un’eventuale protezione.
D.
– Anche perché episodi di violenza tanto cruenta nei confronti dei cristiani non sono
…
R. – Non sono mai capitati in Tunisia.
D. – Chi era
don Marek Rybinski?
R. – Era un prete polacco salesiano di 33 anni,
che era arrivato in Tunisia da tre anni. Appena aveva saputo che cercavano un sacerdote
per la Tunisia si era presentato. Aveva appena pubblicato un libro in lingua polacca,
dove parlava del suo amore per la Tunisia e per i tunisini.
D. – Lei
ha detto: “E’ stato sgozzato come un agnello di Dio”...
R. – Non c’è
amore più grande che dare la vita per quelli che si amano.