Usa: i vescovi chiedono che la Finanziaria 2011 dia priorità ai poveri
Promuovere un approccio equilibrato che concili le ragioni di bilancio con la necessità
di salvaguardare le fasce sociali più deboli: è in sintesi il messaggio che i vescovi
degli Stati Uniti hanno rivolto ai deputati del Congresso in due distinte lettere,
firmate da mons. Howard James Hubbard e mons. Stephen Edward Blaire - rispettivamente
presidenti della Commissione per la giustizia internazionale e la pace e della Commissione
per la giustizia nazionale e lo sviluppo umano della Conferenza episcopale (Usccb).
Le lettere sono state presentate martedì in occasione di un incontro al Congresso
al quale ha partecipato un gruppo di oltre trecento responsabili diocesani della pastorale
sociale (Catholic Social Ministry), riuniti a Washington per il loro congresso annuale.
Le due missive — alla cui stesura ha contribuito anche il presidente dei Catholic
Relief Services, Ken Hackett — esprimono la preoccupazione dell’episcopato per i tagli
di bilancio proposti dall’Amministrazione Obama per l’Anno Finanziario 2011, che inciderebbero
anche sugli aiuti umanitari internazionali. Sul totale dei tagli proposti, infatti,
circa il 26% riguarderebbe proprio gli aiuti ai poveri nei Paesi stranieri. Secondo
i vescovi americani è “inaccettabile che il Paese faccia ricadere il peso del risanamento
dei conti pubblici sui poveri dentro e fuori dagli Stati Uniti”. Essi indicano, quindi
come una priorità quella di affrontare le esigenze dei più bisognosi, ma anche di
coloro che giorno dopo giorno allungano la lista dei disoccupati. “In un tempo di
crisi economica — spiegano — i poveri e i più vulnerabili si trovano ancora di più
nel bisogno. Preservare la sicurezza della nazione è senza dubbio fondamentale, ma
non possiamo garantire questa sicurezza, favorendo allo stesso tempo l’insicurezza
dei poveri e dei più vulnerabili”. Pertanto vengono chieste “soluzioni ragionevoli
e strategie per affrontare il deficit federale, che garantiscano tuttavia stabilità
e sicurezza per le generazioni future”. Le due lettere della Usccb si aggiungono ad
appelli analoghi rivolti in questi giorni alle amministrazioni statali dai vescovi
di diversi Stati dell’Unione. (L.Z.)