Presentato il volume “L’Anno Paolino” curato da Graziano Motta, testo di riferimento
per ripercorrere "un anno di grazia"
Un anno di grazia, indimenticabile: sono stati il cardinale Andrea Cordero Lanza di
Montezemolo e il cardinale Francesco Monterisi, arciprete emerito ed arciprete attuale
della Basilica Papale di San Paolo, a presentare stamane nella Sala Stampa della Santa
Sede, il volume “L’Anno Paolino”, a cura di Graziano Motta, edito dalla Libreria Editrice
Vaticana. Presente all’incontro anche l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del
Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Il servizio di
Roberta Gisotti:
“Estremamente
preciso, ricco ma non trionfalistico”: un libro “L’Anno Paolino”, ha spiegato il cardinale
Cordero Lanza di Montezemolo, dedicato alla memoria di “un evento storico”, celebrato
per la prima volta dalla Chiesa – tra giugno 2008/giugno 2009. Ha ricordato il porporato,
primo arciprete della Basilica di San Paolo, nominato nel 2005 da Benedetto XVI, l’entusiasmo
del Papa per l’avvio dell’Anno Paolino:
"Mi ha detto: ‘San Paolo è una
delle ricchezze principali, come fonte della nostra fede, ma è poco conosciuto, o
mal conosciuto, e male interpretato’. E’ un’occasione e anzi abbiamo – ha detto –
due motivi per fare questo. Il primo motivo era questa ricchezza di significati. Io
pensavo tra me: quale sarà il secondo motivo? E lui mi ha detto: ‘Tutto quello che
facciamo, non facciamolo da soli, ma facciamolo con i nostri fratelli cristiani, fratelli
separati’”.
Un anno di innumerevoli eventi, a Roma e nel mondo, ha aggiunto
il cardinale Cordero Lanza di Montezemolo, che Graziano Motta ha saputo ordinare con
“estrema chiarezza e meticolosità”: “Un anno di grazia, veramente
un anno di grazia, che si è manifestato anche al di là di quelle che potevano essere
le nostre previsioni”.
Iniziative religiose e culturali, pellegrinaggi,
cerimonie liturgiche, conferenze, mostre, concerti, lavori di ristrutturazione e restauro
della Basilica per offrire una nuova area penitenziale, per rendere accessibile la
Tomba di San Paolo e per realizzare la nuova Porta Paolina.
E, se uno
dei paradossi del nostro tempo è lo scorrere degli avvenimenti, ha osservato l’arcivescovo
Rino Fisichella, il libro “L’Anno Paolino” è un “prodotto originale” che
rimarrà negli anni futuri come un punto di riferimento storico fondamentale:
“Perché
l’autore permette di riportare alla mente, in uno sviluppo tematico, avvenimenti che
hanno segnato nella loro progressiva dinamica un anno indimenticabile non solo per
la Chiesa, ma per l’intera comunità internazionale, che è stata inondata da una serie
di iniziative di diverso carattere”.
Pagina dopo pagina nel libro, ha
concluso il presule, viene incontro ai lettori Paolo una persona viva, al quale accostarsi
in una forma più moderna:
“Attingere a lui, tanto al suo esempio apostolico
quanto alla sua dottrina, sarà quindi uno stimolo, se non una garanzia, per il consolidamento
dell’identità cristiana di ciascuno di noi e per il ringiovanimento dell’intera Chiesa”.(ap)