“L’Italia è uno dei
paesi occidentali che si sta facendo maggiormente carico di promuovere una risposta
europea alla crisi”. Ai nostri microfoni da Il Cairo, Claudio Pacifico, ambasciatore
italiano in Egitto. Avendo in passato ricoperto la stessa carica in Libia, commenta
anche le rivolte che si stanno estendendo nel paese nordafricano per destituire Gheddafi.
“Le differenze tra le due realtà sono importanti”, spiega. “In Libia, dove la popolazione
è molto più sparsa sul territorio, è molto meno presente quella borghesia giovanile
e acculturata che è stata frutto dello sviluppo e dell’apertura occidentale e che
ha promosso la rivoluzione egiziana. In Libia – sottolinea l’ambasciatore - si
corre ancora di più il rischio che queste proteste, invece di trovare un loro obiettivo
di crescita democratica, possano diventare ostaggio di altri movimenti che con i valori
della democrazia hanno davvero poco a che vedere”. Sul pericolo di eccessiva ‘ingerenza’
negli affari egiziani da parte dell’Occidente, Pacifico risponde che l’Occidente dovrebbe
essere un po’ più umile. “Dopo trent’anni di carriera da questo lato del Mediterraneo
– precisa - mi sono accorto che cerchiamo di interpretare i fatti applicando le nostre
categorie. Ciò presuppone anche un implicito senso di superiorità culturale che non
ha ragione d’essere. Io credo – conclude - che si debba fare un grande sforzo per
capire a fondo queste realtà, nell’interesse loro di favorirne la crescita e nell’interesse
nostro di continuare un rapporto di mutua collaborazione.” Con due egittologici che
lavorano negli scavi di Luxor e Alessandria d'Egitto, parliamo del rischio furti in
questi siti archeologici tra i più belli del mondo e della necessità di rilanciare
il turismo nel Paese, garantendo un'adeguata sostenibilità.