2011-02-17 15:41:16

Convegno Cei, il sociologo Diotallevi: il momento è difficile ma la Chiesa è in buona salute


La Chiesa è ancora un punto di riferimento per la società italiana, anch'essa però in qualche modo risente della crisi che il Paese sta attraversando. Di questo si è parlato stamani al convegno del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, che ha visto arrivare a Roma gli incaricati diocesani. Per mons. Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione episcopale per il lavoro della Cei, i vescovi in questo momento hanno un ruolo ancor più importante nel costruire una società più equa. Il servizio di Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

L’Italia è un Paese ancora profondamente cattolico, seppure nella società c’è chi vuole mettere da parte le radici cristiane. Infatti, secondo la ricerca elaborata da Eurisko e presentata stamani al convegno di Sovvenire: nel 2010, il 77 per cento degli italiani si è detto d’accordo con la presenza del Crocifisso nelle scuola. Ed ancora, il 63 per cento degli intervistati ritiene importante la presenza dei sacerdoti nelle carceri e negli ospedali. Chi dice di frequentare assiduamente la Messa è il 32 per cento e il 41 per cento afferma di devolvere offerte economiche alle parrocchie e alle diocesi. “Dunque, una presenza forte quella della Chiesa, seppur con le difficoltà del momento”, dice il sociologo Luca Diotallevi:

R. - Si notano lievi segni di flessione e la conferma di una presenza capillare. La Chiesa, con tutto il Paese, sta attraversando un momento difficile e lo attraversa in uno stato di salute, non assoluto, ma migliore rispetto ad altre istituzioni popolari”.

D. – Ma che deve fare la Chiesa nei prossimi anni?

R. – Rinnovare i modelli che propone e comprendere - ma del resto i vescovi italiani sulla scia di Benedetto XVI, hanno messo al centro il tema dell’educazione religiosa - che oggi c’è bisogno di una fede radicata molto più nel profondo, che non pochi anni fa.

Difficoltà che appunto si acuiscono nei momenti di crisi economica, in cui il rischio è che lo spirito solidale possa venire meno, afferma mons. Giancarlo Bregantini

“La crisi può essere una grossa occasione per rivivere in modo diverso i grandi valori della sobrietà, gli stili di vita, il rispetto dell’ambiente e ovviamente la ridistribuzione della ricchezza. Non è ovviamente un fatto automatico, perché il rischio è che la crisi attuale ci metta paura e la paura fa avvertire 'la coperta corta', che poi ognuno cerca di tirare a sé. In questo momento, questo è il grande rischio”.

Massima attenzione anche al federalismo che, per mons. Bregantini, se non ben gestito rischia di diventare uno strumento di divisione, non di unione del Paese.(ma)







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