Italia, immigrati ancora stipati a Lampedusa. Amnesty: siano rispettati i diritti
Rimane critica la situazione sull’isola siciliana di Lampedusa che in 5 gironi ha
visto arrivare circa 5 mila migranti per lo più partiti dalle coste della Tunisia,
in seguito alla fuga del presidente Ben Alì. Sull’isola ora rimangono circa 1800 immigrati,
quasi tutti stipati nel centro di prima accoglienza, struttura concepita per 850 persone.
Si lavora per l’individuazione di siti per l’ospitalità e mentre Amnesty International
sottolinea la necessità rispettare i diritti di quanti sono giunti in Italia, altri
80 tra afgani, iraniani, iracheni e pakistani sono sbarcati sulle coste pugliesi.
Massimiliano Menichetti:
Il buon senso
sta prevalendo per ora, a Lampedusa, isola siciliana di cinquemila abitantiche,
in meno di una settimana, ha visto raddoppiare la propria popolazione.Cinquemila infatti
sono gli immigrati partiti soprattutto dalla Tunisia e approdati in Italia. Da tre
giorni, comunque, non si registrano sbarchi e sull’isola rimangono 1800 migranti in
attesta di essere trasferiti. Oggi, però, quattro voli di spostamento sono stati cancellati
e la situazione, secondo il sindaco, Bernardino De Rubeis, rischia di collassare.
Sulla stessa linea l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, secondo cui “bisogna
evitare che si inneschino tensioni”. In questo scenario, l’Italia ha chiesto 100 milioni
di euro all’Europa per fronteggiare i flussi. Risposta positiva da Bruxelles sugli
aiuti, ma senza alcuna precisazione sulle cifre. Il commissario straordinario per
l'emergenza immigrazione e prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso:
R.
- La situazione è certamente di sovraffollamento, ma senza particolari tensioni. Stiamo
valutando l’opportunità di occupare quei villaggi di cui si è parlato in questi giorni.
D.
- Stiamo parlando del centro di Mineo, nel catanese?
R. - Sì, glielo
confermo. Se sblocchiamo la situazione emergenziale con questo villaggio, è chiaro
che nel giro di pochi giorni la situazione a Lampedusa si tranquillizza. Il problema
è verificare se ci si ferma con gli sbarchi o se invece questi continueranno. Tenga
conto che c’è stato anche uno sbarco di egiziani e la cosa potrebbe diventare oltremodo
preoccupante.
D. - Potranno essere identificati anche altri siti oppure
si sta guardando soltanto alla Sicilia?
R. - Stiamo parlando di tutta
Italia. C’è una volontà di dislocare a macchia di leopardo questi immigrati.
D.
- Commissario, comunque l’Italia non è sola, avrà il sostegno dell’Unione Europea…
R.
- Sarà un bene se a queste enunciazioni di principio seguiranno i fatti, perché ovviamente
abbiamo bisogno dell’Unione Europea che, fino ad adesso, non mi pare abbia fatto granchè.
E’
una sfida molto complessa, ma è necessario mettere in campo ogni sforzo possibile
per rispettare i diritti umani di quanti arrivano in Italia. Così Riccardo
Noury, di Amnesty International Italia:
R. - Gli obblighi
internazionali sul diritto d’asilo vanno rispettati. Si deve verificare, all’interno
dei flussi di migranti, chi ha necessità di protezione internazionale e provvedere
- anche se questo naturalmente è complicato - ma va fatto. Non si deve ricorrere a
procedure, come è successo in passato, quali espulsioni di massa, o rimpatri forzati,
dove si può rischiare di subìre ancora violazioni dei diritti umani.
D.
- E’ una situazione difficile da gestire sull’isola di Lampedusa, che comunque non
si scoraggia nonostante le possibili tensioni…
R. - Lampedusa, in tutti
questi anni, ha avuto un grande e straordinario coraggio come anche impegno civile.
Non ultime le notizie, di ieri, di improvvisate partite di calcio tra migranti tunisini
e cittadini di Lampedusa. A Lampedusa sono stati fatti importanti investimenti sui
diritti umani. Quest’isola ha bisogno di essere aiutata in questo. (vv)