Australia: intervento dell’associazionismo cattolico sulle condizioni degli immigrati
Le politiche che affrontano la condizione dei rifugiati e dei richiedenti asilo in
Australia risultano “improvvisate e inumane”. Questo il pensiero di padre Jim Carty,
coordinatore del Marist Asylum Seeker-Refugee Service, sulla proposta governativa
di introdurre l’obbligo per gli stranieri accolti nei centri di soccorso di lavorare
in maniera gratuita nelle zone colpite dall’alluvione. L’obiettivo, secondo il ministro
dell’immigrazione australiano, Chris Bowen, sarebbe quello di rendere un servizio
“per il bene della comunità”. Ma padre Carty, riferisce l’”Osservatore Romano”, giudica
sostanzialmente inadeguati gli interventi governativi sulle strutture di accoglienza
per i rifugiati di Willawood, Curtin e Christmas Island, che ospitano spesso un numero
di immigrati sensibilmente superiori alle reali possibilità, con rischi per quanto
concerne la sicurezza e le condizioni igienico-sanitarie. Il religioso, che cura l’assistenza
dei rifugiati da oltre vent’anni, ha inoltre spiegato che “il problema degli immigrati
in attesa di asilo va affrontato con razionalità e non con emotività”. L’Australia
costituisce una meta privilegiata per i profughi dell’Asia meridionale, che per la
maggior parte provengono dall’Afghanistan e dallo Sri Lanka. (M.R.)