2011-02-13 13:34:27

I vescovi francesi sul progetto di legge sulla bioetica: i progressi scientifici non vanno mai disgiunti dal rispetto della dignità umana


Saper conciliare “il rispetto incondizionato per la dignità di ogni essere umano”, con l’utilizzo delle “tecniche biomediche permesse grazie ai progressi scientifici”. E’ su questo cammino che si trova il “vero progresso dell’umanità”. E’ quanto afferma mons. Pierre d’Ornellas, presidente del Gruppo di lavoro istituito dalla Conferenza episcopale francese sul dibattito in Francia relativo all’esame del progetto di legge sulla bioetica. Ascoltiamo il presule intervistato da Olivier Bonnel: RealAudioMP3

R. L’enjeu de l’humanité è simple: ...
La sfida per l’umanità è semplice: è anzitutto il rispetto della condizione umana, in tutte le situazioni della vita dell’essere umano e, in particolare, nella sua condizione di embrione. Tale condizione, a volte, cela la bellezza dell’essere umano e ciò genera, a volte, la forte tentazione di ritenere che la mancanza di rispetto all’essere umano nel suo stato embrionale non sia poi così grave. Invece, si tratta di un rispetto assoluto, perché non ci sono circostanze nelle quali l’essere umano non possa essere rispettato. C’è poi una seconda sfida per l’umanità, che mi sembra molto importante e che è stata sottolineata da Benedetto XVI nella sua Enciclica Caritas in veritate: si tratta di pensare le tecniche biomediche che oggi permettono di fare molte cose, come ad esempio di realizzare il desiderio di avere un bambino, che spesso diventa desiderio di avere un bambino ad ogni costo. Pensarle queste tecniche a servizio dell’umanità e non di asservire l’umanità alla potenza della tecnica. Su queste due sfide fondamentali credo debbano imperniarsi tutte le discussioni della legge bioetica.

D. - Una delle questioni principali in questi dibattiti è rappresentata dalla ricerca sulle cellule staminali, in particolare su quelle embrionali. Il governo propone un’interdizione ma con delle deroghe: non è un po’ contraddittorio?

R. -Déjà mettre le principe d’interdiction…
Già porre il principio d’interdizione significa assicurare la coerenza con la tradizione giuridica francese, cioè il rispetto della vita umana fin dall’inizio del suo concepimento, come afferma il nostro Codice civile francese. Credo che questo passaggio sia molto importante. Per quanto riguarda poi le deroghe, è precisamente là che noi possiamo confrontarci per provare a capire la fondatezza di tali deroghe. Il professor Jacques Testart ha appena scritto un articolo, nel quale sostiene che gli scienziati non riescono a “provare” la necessità dell’uso delle cellule staminali embrionali. In fondo, restiamo nel campo della ricerca fondamentale, della “conoscenza per conoscere”, e lì le deroghe meritano una seria riflessione che dimostri la loro legittimità, al di là di ciò che pensa la ricerca scientifica. Sono evidentemente illegittime dal punto di vista del rispetto dell’embrione umano, ma non mi sembrano legittime neanche dal punto di vista della ricerca scientifica, che mira alle terapie.

D. - Mons. D’Ornellas, c’è anche la questione della diagnosi prima della nascita. Sappiamo che pone molti problemi, in particolare l’estensione di questa diagnosi, pensiamo anche alla Trisomia 21. Si possono immaginare quali derive potrebbero esserci, secondo lei? C’è, il pericolo dell’eugenetica?

R. - Oui, c’est un véritable danger d’eugénisme que …
Sì, c’è un reale pericolo di eugenetica, anche se non dichiarata. Ma è anche più di questo. L’annuncio di una gravidanza nella maggior parte dei casi – certo, ci sono dei casi drammatici, casi molto dolorosi - è una buona notizia: lo è per la famiglia, lo è per la società. Oggi, però, la notizia di una gravidanza, l’annuncio della futura nascita di un bambino, è spesso trasformata non più in una buona notizia, ma in un potenziale problema, dunque in una fonte di angoscia. Mi sembra che la nostra società rischi di diventare mortifera non riuscendo più a comprendere che aspettare un bambino è una buona notizia. Si obbligano tutti i medici, tutte le ostetriche a proporre tutti esami e verifiche: ma in nome di cosa è questo obbligo? Mi sembra che esso sia già una negazione della competenza medica: i medici sono abbastanza competenti da sapere se devono o meno proporre questo o quell’esame. Rispettare la competenza medica, credo sia già un punto fondamentale che i parlamentari debbano prendere in considerazione. Ma credo anche che i parlamentari debbano anche prendere in considerazione la questione dell’accompagnamento delle donne incinte, in modo che l’essere incinta e aspettare la nascita di un bambino sia anzitutto una buona notizia! (bf)







All the contents on this site are copyrighted ©.