Da domani, l'incontro annuale dei coordinatori regionali dell’Apostolato del Mare.
Mons. Antonio Maria Vegliò: il futuro di quest'opera Opera è legato al sempre maggiore
coinvolgimento dei laici
Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti organizza,
a partire da domani e fino a mercoledì prossimo, l’incontro annuale dei coordinatori
regionali dell’Apostolato del Mare, che rappresentano le diverse regioni del mondo
marittimo. L’incontro sarà presieduto da mons.Antonio Maria Vegliò,
presidente del Pontificio Consiglio, che al microfono di Fabio Colagrande si
sofferma sugli avvenimenti più significativi dell’anno appena trascorso:
R. - Innanzitutto
vorrei ricordare che lo scorso anno abbiamo celebrato il 90.mo anniversario dell’Opera
dell’Apostolato del Mare, che fu fondata il 4 ottobre 1920 a Glasgow, in Scozia, da
un piccolo gruppo di persone devote e altruiste per fornire assistenza ai marittimi.
Tale ricorrenza ci ha permesso di dare nuovo slancio a due aspetti che sono importanti
per il cammino futuro. Innanzitutto, il coinvolgimento di un numero sempre maggiore
di laici che possano mettere a disposizione il loro tempo e le loro capacità per collaborare
con i Centri Stella Maris. Questo è motivato dalla situazione attuale, che è caratterizzata
da una forte diminuzione nel numero di persone consacrate che possano impegnarsi nel
ministero diretto. Il secondo aspetto riguarda la preghiera, nella quale cappellani
e volontari possono trovare il sostegno per la loro pastorale e la forza necessaria
per affrontare le difficoltà e le nuove sfide dovute ai continui mutamenti del mondo
marittimo.
D. - Quali saranno i temi principali che saranno trattati
durante l’incontro che si aprirà domani?
R. - In primo piano ci sarà
ancora il grave fenomeno della pirateria, tornata tristemente alla ribalta proprio
in questi giorni con il sequestro, al largo della costa dell’Oman, della petroliera
italiana 'Savina Caylin', con 22 marittimi a bordo, di cui 5 italiani e 17 indiani.
Mentre gli armatori si occupano soprattutto, e naturalmente, delle navi con il loro
carico, l’Apostolato del Mare si preoccupa dei membri dell’equipaggio e degli effetti
psicologici che questa traumatica esperienza può avere su di loro e sulle loro famiglie.
Abbiamo invitato perciò l’Ammiraglio Marco Brusco, comandante generale del Corpo delle
Capitanerie di Porto e della Guardia Costiera d’Italia, per aiutarci a riflettere
su come i Centri Stella Maris possono essere di aiuto anche in queste circostanze,
costituendo una rete di pronto intervento per assistere marittimi e famiglie. Nell’incontro
si discuterà poi della criminalizzazione dei marittimi, causata dall’incremento degli
incidenti, in cui il fattore umano è prevalente. Essi sono spesso accusati e detenuti
ingiustamente, anche per molti mesi. Anche in questi casi la presenza dell’Apostolato
del Mare diventa insostituibile per fornire sostegno spirituale, materiale e psicologico
alle persone coinvolte.
D. - C’è qualche risultato concreto che possiamo
segnalare nelle diverse regioni dell’Apostolato del Mare?
R. - Le 8
regioni in cui l’Apostolato del Mare è presente sono: America del Nord, America Latina,
Europa, Africa Atlantica, Oceano Indiano, Asia del Sud Est, Asia del Sud e Oceania.
Sono lieto di poter annunciare che - nonostante le difficoltà economiche originate
dalla crisi economica e dalla diminuzione di fondi da parte di agenzie caritative
- l’Apostolato del Mare è riuscito comunque ad aprire tre nuovi Centri Stella Maris
in tre Continenti differenti: in Sudafrica, a Saldahna Bay, in Brasile, a Rio Grande,
e in Taiwan, a Taichung. Si tratta di segni concreti dell’impegno di quanti, vescovi,
cappellani e volontari, lavorano nella pastorale marittima per cercare di essere sempre
più vicini ai marittimi e rispondere ai loro bisogni.