2011-02-13 13:33:49

Da domani, l'incontro annuale dei coordinatori regionali dell’Apostolato del Mare. Mons. Antonio Maria Vegliò: il futuro di quest'opera Opera è legato al sempre maggiore coinvolgimento dei laici


Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti organizza, a partire da domani e fino a mercoledì prossimo, l’incontro annuale dei coordinatori regionali dell’Apostolato del Mare, che rappresentano le diverse regioni del mondo marittimo. L’incontro sarà presieduto da mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio, che al microfono di Fabio Colagrande si sofferma sugli avvenimenti più significativi dell’anno appena trascorso:RealAudioMP3

R. - Innanzitutto vorrei ricordare che lo scorso anno abbiamo celebrato il 90.mo anniversario dell’Opera dell’Apostolato del Mare, che fu fondata il 4 ottobre 1920 a Glasgow, in Scozia, da un piccolo gruppo di persone devote e altruiste per fornire assistenza ai marittimi. Tale ricorrenza ci ha permesso di dare nuovo slancio a due aspetti che sono importanti per il cammino futuro. Innanzitutto, il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di laici che possano mettere a disposizione il loro tempo e le loro capacità per collaborare con i Centri Stella Maris. Questo è motivato dalla situazione attuale, che è caratterizzata da una forte diminuzione nel numero di persone consacrate che possano impegnarsi nel ministero diretto. Il secondo aspetto riguarda la preghiera, nella quale cappellani e volontari possono trovare il sostegno per la loro pastorale e la forza necessaria per affrontare le difficoltà e le nuove sfide dovute ai continui mutamenti del mondo marittimo.

D. - Quali saranno i temi principali che saranno trattati durante l’incontro che si aprirà domani?

R. - In primo piano ci sarà ancora il grave fenomeno della pirateria, tornata tristemente alla ribalta proprio in questi giorni con il sequestro, al largo della costa dell’Oman, della petroliera italiana 'Savina Caylin', con 22 marittimi a bordo, di cui 5 italiani e 17 indiani. Mentre gli armatori si occupano soprattutto, e naturalmente, delle navi con il loro carico, l’Apostolato del Mare si preoccupa dei membri dell’equipaggio e degli effetti psicologici che questa traumatica esperienza può avere su di loro e sulle loro famiglie. Abbiamo invitato perciò l’Ammiraglio Marco Brusco, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e della Guardia Costiera d’Italia, per aiutarci a riflettere su come i Centri Stella Maris possono essere di aiuto anche in queste circostanze, costituendo una rete di pronto intervento per assistere marittimi e famiglie. Nell’incontro si discuterà poi della criminalizzazione dei marittimi, causata dall’incremento degli incidenti, in cui il fattore umano è prevalente. Essi sono spesso accusati e detenuti ingiustamente, anche per molti mesi. Anche in questi casi la presenza dell’Apostolato del Mare diventa insostituibile per fornire sostegno spirituale, materiale e psicologico alle persone coinvolte.

D. - C’è qualche risultato concreto che possiamo segnalare nelle diverse regioni dell’Apostolato del Mare?

R. - Le 8 regioni in cui l’Apostolato del Mare è presente sono: America del Nord, America Latina, Europa, Africa Atlantica, Oceano Indiano, Asia del Sud Est, Asia del Sud e Oceania. Sono lieto di poter annunciare che - nonostante le difficoltà economiche originate dalla crisi economica e dalla diminuzione di fondi da parte di agenzie caritative - l’Apostolato del Mare è riuscito comunque ad aprire tre nuovi Centri Stella Maris in tre Continenti differenti: in Sudafrica, a Saldahna Bay, in Brasile, a Rio Grande, e in Taiwan, a Taichung. Si tratta di segni concreti dell’impegno di quanti, vescovi, cappellani e volontari, lavorano nella pastorale marittima per cercare di essere sempre più vicini ai marittimi e rispondere ai loro bisogni.







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