2011-02-13 13:57:40

Cambogia, la povertà favorisce malattie croniche: milioni di persone rischiano il diabete


E’ “un killer silenzioso” che colpisce mortalmente circa 200 persone l’anno, difficile da contrastare perché “non si riconosce fino alla comparsa dei sintomi, quando spesso è troppo tardi per intervenire”. E’ il diabete – spiega Lim Keuky, autore di una ricerca del 2005 e responsabile del Cambodian Diabetes Association - che in Cambogia colpisce un numero crescente di persone, soprattutto nelle province di Siem Reap, nel nord ovest, e di Kampong Cham, nella regione centro orientale del Paese: circa 8 mila morti nel 2010 secondo l'International Diabetes Federation, e 352 mila adulti affetti dalla patologia nel 2009, stando a quanto riferisce la Belgium-based International Diabetes Federation nel suo “Diabetes Atlas 2009”. Una minaccia alla popolazione del Paese che trova alimento nella crescente povertà: un terzo dei cambogiani vive al di sotto della soglia nazionale di povertà con 75 centesimi di dollaro al giorno, secondo le recenti statistiche del governo cambogiano. Ma anche, paradossalmente, nella crescita economica e nel fenomeno dell’urbanizzazione che hanno determinato un cambiamento negli stili alimentari della popolazione più povera. Una condizione che alimenta preoccupazioni per la potenziale diffusione della malattia: uno studio pubblicato dalla rivista Lancet afferma che le malattie croniche come il diabete possono uccidere fino a 4.2 milioni di persone all'anno nel sudest asiatico entro il 2030. Sul piano mondiale, circa l'80% di tutti i casi di diabete sono registrati in Paesi a basso e medio reddito, e la malattia colpisce prevalentemente la popolazione tra 45 e 64 anni. Globalmente, circa 4 milioni di decessi sono attribuiti ogni anno a questa malattia, rispetto ai 3 milioni causati dall'Aids e ad 1 milione dalla malaria. Il diabete è responsabile di circa il 5% di tutte le morti ogni anno e, secondo l'Oms, se non vengono immediatamente prese adeguate misure, le cifre potrebbero superare il 50% nei prossimi 10 anni. (C.D.L.)







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