Giornata mondiale del malato, fra Marco Fabello: serve un nuovo approccio pastorale
per rispondere ai profondi cambiamenti del mondo della malattia
La Giornata mondiale del malato, celebrata ieri nella ricorrenza della memoria della
Beata Vergine di Lourdes, è “un’occasione propizia per riflettere sul mistero della
sofferenza”. E soprattutto – ha scritto Benedetto XVI nel suo messaggio – è un’occasione
“per rendere più sensibili le nostre comunità e la società civile verso i fratelli
e le sorelle malati”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La Giornata,
che in molte parrocchie in Italia e in diversi Paesi verrà celebrata domani, punta
a sensibilizzare le comunità cristiane e l’intero mondo della sanità. Dal
messaggio del Papa emergono, in particolare, la misura dell’umanità come elemento
imprescindibile nel rapporto con la sofferenza e con il sofferente e il valore della
famiglia di fonte al dramma della malattia. Sulla Giornata mondiale del malato, ascoltiamo
fra Marco Fabello, direttore della rivista Fatebenefratelli:
“E’
un grande appuntamento che trova in tutte le nostre realtà una manifestazione di coinvolgimento
degli operatori, dei malati, dei loro familiari. E’ il giorno privilegiato anche per
la nostra attività pastorale e per la nostra presenza nei nostri centri. Il Papa,
in particolare, si sofferma molto anche sull’opportunità che la famiglia condivida
dei momenti di sofferenza dei loro congiunti. D’altra parte, sono questi i momenti
in cui diviene più tangibile il discorso legato alle difficoltà della famiglia ama
anche al suo valore: molto spesso, proprio in occasione della malattia, ci sono dei
riavvicinamenti familiari”.
“Una società che non riesce ad accettare
i sofferenti e che non è capace di contribuire mediante la compassione a far sì che
la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente – ha scritto inoltre Benedetto
XVI nell’enciclica Spe Salvi – è una società crudele e disumana”. Ma come è cambiato,
con il mutare della società, il rapporto del mondo ospedaliero con il malato?
“La
sanità di oggi e il mondo della malattia di oggi è molto diverso da quello di soli
pochi anni fa. Basti pensare al fatto che oggi il malato va in ospedale per quei pochissimi
giorni - un intervento o una malattia molto acuta - dopodiché il tutto si svolge tra
altre strutture e la famiglia. Questo comporta, chiaramente, una visione diversa che
anche, ad esempio, la Pastorale della salute deve porsi, perché essendo cambiato tutto
un mondo deve cambiare anche l’approccio pastorale nei confronti della realtà sanitaria
che si è venuta a creare”.