Vescovi francesi su bimbo concepito per curare fratello malato: non rispettata la
dignità umana
È forte l’indignazione dei vescovi francesi per la nascita di un bambino, avvenuta
il 26 gennaio scorso nell’ospedale Béclère di Clamart, nell’Île-de-France, concepito
per curare il fratello affetto da beta talassemia, una grave malattia genetica. Ai
presuli di Francia, riporta L’Osservatore Romano, non è sfuggito, inoltre, che l’annuncio
è stato dato l’8 febbraio, lo stesso giorno in cui l’Assemblea nazionale ha iniziato
a dibattere il progetto di legge sulla bioetica: “Un meschino concetto della comunicazione”,
è stato il commento del portavoce della Conferenza episcopale di Francia, Bernard
Podvin. Anche il presidente e arcivescovo di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois,
si è dichiarato nettamente contrario al concepimento per fini terapeutici e ha definito
questo neonato, già ribattezzato dalla stampa locale il “bébé-médicament”, uno “strumento
per cercare di guarire un altro bambino”. L’incaricato dell’episcopato a seguire la
discussione in materia di bioetica, l’arcivescovo di Rennes, mons. Pierre d’Ornellas,
ha sottolineato pubblicamente l’anomalia di questa nascita, individuandola nella legalizzazione
della strumentalizzazione del nascituro, contraria, come ricorda la Commissione nazionale
consultiva dei diritti dell’uomo, “al più elementare rispetto dovuto a ogni essere
umano”. In questo modo, dunque, si è contravvenuti all’ “interesse primordiale” del
bambino che ha il “diritto inalienabile di nascere per se stesso, essere amato per
se stesso e ascoltato per se stesso”. I vescovi scrivono inoltre che legalizzare l’uso
di un essere umano vulnerabile per guarirne un altro “non è degno dell’uomo” e concepire
un bimbo con questo scopo “non è rispettoso della sua dignità”. “È una questione di
umanità – ha concluso mons. D’Ornellas – trovare la strada che unisce il rispetto
incondizionato della dignità di ogni essere umano con l’uso delle tecniche biomediche
consentite grazie all’avanzamento della scienza: è su questa strada che si trova il
vero progresso dell’umanità”. (R.B.)