Stati Uniti: i vescovi sostengono tre disegni di legge pro-vita
Tutelare la coscienza dei professionisti del settore sanitario ed evitare che i fondi
provenienti dalle tasse vengano utilizzati per finanziare aborti. É questo il tema
preso in esame nelle tre proposte di legge pro-vita, presentate dai vescovi statunitensi
presso la Camera dei Rappresentanti. Tre sono le lettere inviate dal presidente del
Comitato per le attività Pro-Vita della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati
Uniti, il cardinale Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston, come riferito
dall’agenzia Zenit. Riferendosi al “Protect Life Act”, il porporato ha sottolineato
che affronterebbe delle lacune nella riforma del sistema sanitario e la porterebbe
“in linea con le politiche sull'aborto e sui diritti di coscienza che hanno a lungo
prevalso in altri programmi sanitari federali”. Il disegno di legge eviterebbe che
i fondi sovvenzionino aborti o piani di assistenza sanitaria appositamente creati
per nasconderlo, difendendo così la coscienza dei professionisti del sistema sanitario
che rifiutano di parteciparvi e assicurando che la legge non prevalga su quelle statali
sull'aborto e l'obiezione di coscienza. L'“Abortion Non-Discrimination Act” codificherebbe,
invece, la politica dell'emendamento Hyde/Weldon e darebbe alle strutture sanitarie
che non praticano aborti, un ricorso legale di fronte alla discriminazione governativa.
“Il disegno di legge ribadisce un principio fondamentale”, ha scritto il cardinale
DiNardo. “Nessuna struttura sanitaria dovrebbe essere costretta dal governo ad eseguire
aborti o a parteciparvi”. Il “No Taxpayer Funding for Abortion Act”, infine, codificherebbe
il fatto che “il governo federale non debba usare i soldi dei contribuenti per sostenere
e promuovere l'aborto”. Con questi disegni di legge, ha concluso il porporato, si
agirebbe in modo chiaro “anziché perdersi in dibattiti su una procedura letale che
la maggior parte degli americani sa che non è affatto assistenza sanitaria”. (M.I)