Australia: sussidio informativo dei vescovi sulla Giornata internazionale della donna
Suggerimenti per le omelie, note liturgiche, spunti di riflessione per le intenzioni
di preghiera, dati sulle pari opportunità: è questo il contenuto del “Kit 2011” preparato
dalla Conferenza episcopale australiana in vista della Giornata internazionale della
donna, che ricorre l’8 marzo. Una data significativa quella di quest’anno, poiché
coincide con il centenario dell’istituzione della “Giornata internazionale della donna”,
sancita nel 1911. Il “Kit 2011”, preparato in collaborazione con il Consiglio delle
donne cattoliche d’Australia, è destinato a tutte le parrocchie del Paese che potranno
utilizzarlo già durante le Messe celebrate domenica 6 marzo. “Questo Kit – si legge
nell’introduzione al sussidio – è stato preparato per aiutare le parrocchie a riconoscere
il contributo delle donne nella vita e nella missione della Chiesa. Ed è un’opportunità
per incoraggiare i parroci a prendere atto della competenza delle donne nelle comunità
locali”. Guardando poi al centenario della Giornata come ad “un’occasione per ispirare
il lavoro femminile nella società e nella Chiesa”, i vescovi australiani sottolineano
che “guardare al coinvolgimento e alla partecipazione della donna nelle diverse aree
della vita e della pastorale della Chiesa è di vitale importanza. Utilizzare la saggezza,
la competenza ed il talento femminile è fondamentale per rilanciare la Chiesa e la
società”. Il sussidio mette in luce anche il grande contributo dato dalle donne alla
famiglia ed incoraggia la loro partecipazione nella Chiesa: “Abbiamo bisogno – scrivono
i vescovi australiani – di una Chiesa inclusiva che comprenda i talenti, le qualità
e le competenze di tutti. L’8 marzo siamo tutti invitati a pregare per tutte le donne
che contribuiscono alla vita della Chiesa attraverso una pluralità di ruoli”. Dal
suo canto, Trincia Walsh, membro del Consiglio delle donne cattoliche d’Australia,
invita a guardare a Mary McKillop, la prima santa australiana canonizzata nell’ottobre
2010: “La sua vita – scrive la Walsh – ci ricorda che nel nostro Paese possiamo cambiare
la nostra volontà”, per offrire “una profonda testimonianza di fede”. (I.P.)