Terra Santa: le autorità palestinesi candidano Betlemme a Patrimonio dell’Umanità
Il Ministro del turismo palestinese ha presentato ieri la richiesta ufficiale perché
la città di Betlemme entri a far parte del Patrimonio dell’umanità. A detta delle
autorità palestinesi, l’inserimento della città nella lista Unesco sarebbe dovuto
accadere diverso tempo fa, ma le tensioni tra israeliani e palestinesi hanno sempre
frenato la questione. Ora c’è un anno di tempo prima che il comitato per il Patrimonio
dell’umanità si riunisca e decida delle candidature, a luglio del 2012. Se Betlemme
dovesse essere scelta - riferisce l'agenzia AsiaNews - si stima un’impennata del turismo,
visti gli oltre due milioni di pellegrini già attesi per il 2011. Khulud Daibes, ministro
del turismo, intervistato dai media locali ha dichiarato: “Siamo orgogliosi per aver
presentato la candidatura di Betlemme: luogo dove è nato Gesù, dove si trova la chiesa
della Natività”. Oltretutto, per il ministro si tratta di “un momento cruciale per
noi palestinesi: il riconoscimento di Betlemme come Patrimonio mondiale dell’umanità
è parte integrante del nostro piano per porre fine all’occupazione israeliana, e far
nascere lo Stato di Palestina”. La questione è spinosa. Perché se è indubbio che “la
chiesa della Natività è un sito del patrimonio mondiale”, come ha dichiarato Louise
Haxthausen, capo dell’ufficio Unesco a Ramallah, che ha preparato insieme al ministero
la proposta, tuttavia le Nazioni Unite potrebbero non considerare la richiesta. La
ragione sarebbe la stessa per cui, ad oggi, Betlemme non è inserita nella lista: la
Palestina non è ancora riconosciuta come Stato indipendente. Il conflitto israelo-palestinese
è dunque un ostacolo per la nomina di Betlemme. All’inizio dello scorso anno Israele
ha deciso di includere la tomba di Rachele a Betlemme e la tomba dei Patriarchi a
Hebron in un programma nazionale per il restauro del patrimonio. Una decisione fortemente
criticata dall’Unesco, che l’ha definita una “situazione di crescente tensione” nella
zona. Entrambi i luoghi infatti sono considerati sacri dalle due religioni. In risposta
alle critiche, nel novembre 2010 Israele ha ridotto la sua cooperazione con l’Unesco
per protestare contro la descrizione della tomba della matriarca, da parte dell’organizzazione,
anche come una moschea. Comunque, Daibes ha dichiarato che Betlemme è solo il primo
sito che la Palestina ha deciso di candidare per la lista del Patrimonio dell’umanità,
e che Hebron e l’antica città di Gerico saranno le prossime. A sostenere la candidatura
di Betlemme anche la Chiesa greco-ortodossa, i cattolici e gli armeni. (R.P.)