I parlamentari amici del Pakistan: se trasferita in un altro carcere, Asia Bibi rischia
di morire
Chiederemo che per motivi di sicurezza il processo di appello ad Asia Bibi si tenga
nel carcere dove la donna si trova attualmente: così la presidente dell’Associazione
parlamentari amici del Pakistan, Luisa Santolini. L’organizzazione, che riunisce parlamentari
italiani in modo trasversale, ha recentemente organizzato a Roma una manifestazione
in difesa della donna cristiana pakistana, condannata a morte in base alla legge sulla
blasfemia e che ora attende, appunto, il processo di appello. Sugli ultimi sviluppi
della situazione di Asia Bibi, Debora Donnini ha intervistato la stessa
Luisa Santolini:
R. - L’unica
cosa che è stata decisa è di non spostarla e questo per motivi di sicurezza, perché
rischia la vita tutti i minuti: è guardata a vista 24 ore al giorno e controllano
addirittura quello che mangia!
D. - Secondo lei, perché l’Alta Corte
di Lahore non ha ancora fissato la data del processo di appello?
R.
- Perché certamente si tratta di una questione molto scottante, che mette il Pakistan,
a livello internazionale, sotto i riflettori: tra l’altro il capo di governo rifarà
un rimpasto di tutti i ministri e quindi c’è il rischio che il ministro delle minoranze,
il ministro Bhatti, che è cattolico e che finora aveva una sua autonomia ed una sua
dignità, non venga rinominato e che il ministero rientri nel Dipartimento degli Affari
Religiosi.
D. - Alcuni giorni fa, la deputata pachistana Sherry Rehman,
che aveva proposto modifiche alla legge sulla blasfemia, ha ritirato la proposta di
emendamenti. Perché?
R. - L’ha ritirata perché è stata oggetto di minacce
di morte. Non è che sia facile laggiù riuscire a portare avanti una battaglia di questo
genere: in Pakistan, ci sono continue manifestazioni di estremisti, che continuano
a minacciare chiunque metta mano alla legge sulla blasfemia. E non solo: anche la
commissione che doveva valutare la legge sulla blasfemia è ferma, perché sottoposta
a pressioni e minacce fortissime. E’ veramente una situazione drammatica ed è chiaro,
quindi, che tutti si muovono con estrema prudenza e con grande fatica. L’importante
è che Asia Bibi non sia trasferita dal carcere dove si trova attualmente ad un nuovo
carcere, perché rischierebbe veramente la vita. Noi chiederemo - anche attraverso
canali ufficiali - che l’Alta Corte di Lahore, che si deve pronunciare su questa questione,
tenga il processo in quel carcere e non permetta che Asia Bibi venga trasferita.
D.
- Come Associazione Parlamentari Amici del Pakistan, di cui lei è presidente, cosa
aveva intenzione concretamente di fare ora?
R. - Noi abbiamo intenzione
di muoverci verso l’Europa e questo è proprio un compito dell’Associazione parlamentari
amici del Pakistan, perché si tratta proprio di un rapporto tra parlamento europeo
e parlamento italiano; come comitato promotore abbiamo, invece, intenzione di riuscirci
a breve per decidere i passi che dovranno essere ulteriormente compiuti sia a livello
di ministero degli Affari Esteri e del ministro Frattini, sia a livello di iniziative
da prendere con le associazioni del Pakistan. Anche perché le adesioni stanno aumento
e quindi speriamo di arrivare veramente ad un numero consistente di adesioni, che
sono di credenti e non credenti, ebrei, musulmani moderati, cattolici. E’ veramente
un variegato mondo, che può fare molto! (mg)