2011-02-08 18:10:19

Grande folla per l'ultimo saluto a Giovanni Bollea il padre della neuropsichiatria infantile italiana


Commozione stamane nella camera ardente allestita in Campidoglio per l’ultimo omaggio al prof. Giovanni Bollea, padre della neuropsichiatria infantile italiana, spentosi domenica a Roma, all’età di 97 anni. Tra le autorità, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto dal Sindaco Gianni Alemanno. “Grande scienziato e terapeuta”, “grande educatore e comunicatore”, “protagonista del progresso civile e democratico” del suo Paese. Così Napolitano nella nota di cordoglio per la scomparsa di Bollea, lo studioso “che ha saputo aprire strade nuove alla conoscenza, allo sviluppo della medicina e della sanità pubblica a tutela dell'infanzia.” Laureato in medicina nel ’38, specializzatosi a Losanna, in Svizzera, Bollea era rientrato nel dopoguerra in Italia rivoluzionando la neuropsichiatria infantile, introducendo per la prima volta la psicoanalisi, la psicoterapia di gruppo e il lavoro d’equipe nella storica clinica universitaria della Sapienza a Roma, che oggi porta il suo nome. “Un’eredità che, insieme ai suoi 250 lavori e pubblicazioni rimarrà – auspica Napolitano - di esempio e di monito alla comunità scientifica e alle future generazioni.” Tanti i messaggi di stima e affetto giunti da autorità, pazienti, amici e collaboratori. Proprio su questi grava la più grande responsabilità di raccogliere l’eredità di Bollea, di proseguirne il “sogno incompiuto di fondare in Italia la Psichiatria dell’Infanzia e dell’Addolescenza”, sottolinea Gabriel Levi, che oggi dirige l’Istituto da lui fondato. Istituto a rischio di tagli economici, che lotta per sopravvivere, privato degli assistenti sociali e che certo non assolve bene ai suoi compiti, se ci sono liste di attesa fino a quattro mesi per i ricoveri e le visite ambulatoriali. Spesso critico sull’indifferenza della società e l’ignavia della politica verso l’infanzia, Bollea lamentava negli ultimi anni della sua vita: “oggi si è perso il valore essenziale dell’amore verso gli altri, bisogna tornare a valorizzarlo.” Si spera dunque che alle belle parole spese per la morte di Giovanni Bollea seguano fatti concreti per tramandarne l’opera umana e scientifica.

Per un ricordo del Prof. Bollea, Gabriella Ceraso ha intervistato Teresa Carratelli collega e già ordinario di Neuropsichiatria infantile all'Università la Sapienza di Roma RealAudioMP3







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