“Messaggio d’invito” della Cei al Congresso eucaristico ad Ancona il 3-11 settembre
E' stato diffuso, questa mattina, dal Consiglio Permanente della Cei il “Messaggio
d’invito al XXV Congresso Eucaristico nazionale”, che si terrà ad Ancona dal 3 all’11
settembre. “Riscoprendo e custodendo - si legge nel messaggio d’invito - la centralità
dell’Eucaristia e la stessa celebrazione eucaristica come il ‘culmine verso cui tende
l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù’, le
nostre Chiese particolari potranno diventare autentiche comunità di testimoni del
Risorto”. Il testo - di cui riferisce l'agenzia Sir - presenta anzitutto l’icona biblica
che ispira il cammino verso questo Congresso, costituita dalla domanda “Signore, da
chi andremo?”, quale confessione dell’apostolo Pietro. I vescovi italiani esortano
a “ripartire sempre dalla salvezza cristiana nel suo preminente carattere di avvenimento,
che è l’incontro con il Risorto, Gesù il Vivente”. Richiamano poi l’Esortazione postsinodale
di Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, dalla quale – scrivono - emerge “la necessità
di insistere sull’efficacia dell’Eucaristia per la vita quotidiana”. In quanto coinvolgente
“la realtà umana del credente nella sua concretezza quotidiana, l’Eucaristia rende
possibile, giorno dopo giorno, la progressiva trasfigurazione dell’uomo chiamato per
grazia ad essere ad immagine del Figlio di Dio’”. Dopo aver ricordato quanto “i cristiani
siano riconosciuti e apprezzati come uomini e donne di carità, esperti di umanità,
socialmente solidali, anche da quelli che non frequentano la vita della comunità cristiana”,
i presuli indicano un collegamento tra il Congresso eucaristico e il Decennio pastorale
sull’educazione 2010-2020. “L’agire pastorale - scrivono - deve concorrere a suscitare
nella coscienza dei credenti l’unità delle esperienze della vita quotidiana, spesso
frammentate e disperse, in vista di ricostruire l’identità della persona”. “Essa –
continuano - si realizza non solo con strategie di benessere individuale e sociale,
ma con percorsi di vita buona, capaci di stabilire una feconda alleanza tra famiglia,
comunità ecclesiale e società, promuovendo tra i laici nuove figure educative, aperte
alla dimensione vocazionale della vita”. Aggiungono poi di volersi impegnare “nel
cammino verso il Congresso Eucaristico, perché cresca e sia condivisa una rinnovata
spiritualità della vita quotidiana. “Lo stile di vita nuovo dei credenti – auspicano
- deve trasparire in tutta la bellezza e piena umanità”. (M.I.)