Ad oltre due settimane dalla tragica protesta di fine gennaio, in cui hanno perso
la vita alcuni manifestanti, non si attenua la tensione politica in Albania. A scaldare
ulteriormente gli animi, la morte di uno dei manifestanti feriti negli incidenti di
Tirana e ricoverato in gravi condizioni. Il servizio Gherarta Zehji.
A più di
due settimane dalla tragica protesta del 21 gennaio non si stempera la tensione politica
in Albania. La maggioranza continua ad accusare l’opposizione di un tentato colpo
di Stato, nel quale sarebbero coinvolti, secondo il premier Berisha, anche i servizi
segreti, la magistratura e il presidente della Repubblica. A scaldare ulteriormente
gli animi è arrivata la notizia che è salito a quattro il numero delle vittime delle
manifestazioni. È morto, infatti, sabato, Alex Nika, colpito da un proiettile in testa
e gravissimo fin da subito. La sua salma da Ankara, dov’era stato portato in un tentativo
estremo di salvarlo, è arrivata ieri a Tirana, dove ad accoglierla c’era anche il
leader dell’opposizione Rama. Intanto, i mediatori internazionali continuano ad appellarsi
al dialogo tra le parti ed indicano come prossima prova di democrazia le elezioni
amministrative dell’8 maggio, alle quali però il partito socialista non parteciperà,
se non ci saranno grossi cambiamenti. E per questo venerdì, l’opposizione ha indetto
nuove proteste a Tirana e in diverse altre città del Paese.