2011-02-06 11:22:39

Resta alta l'emergenza ad Haiti: la testimonianza di un medico dell'Avsi


Ad Haiti la situazione umanitaria resta drammatica: il bilancio dell'epidemia di colera sfiora ormai i 4 mila morti, mentre i terremotati, almeno un milione e mezzo di persone, ancora vivono nelle tende ad oltre un anno dal devastante sisma che ha colpito l'isola caraibica. Tutto ciò esasperato da un'instabile situazione politica, nell'attesa che il ballottaggio presidenziale del 20 marzo possa dare al Paese un governo in grado di gestire la crisi. In questo contesto le ong Avsi, Oxfam e Fondazione Rava hanno lanciato una iniziativa per promuovere la cura dei bambini malnutriti ed un piano di educazione alimentare. Ascoltiamo al microfono di Antonella Palermo il medico Omero Grava, dell’Avsi, da poco rientrato da Haiti: RealAudioMP3

R. - La città di Port-au-Prince è una città di circa due milioni di persone, caratterizzata da immense bidonvilles, composte di baracche di latta e di cartone, in cui vivono centinaia di migliaia di persone: senza supporti igienici, senza acqua, senza elettrica, se non in alcune zone e in alcuni momenti. Noi abbiamo svolto la nostra attività principale in un ambulatorio, trasformato poi in ospedale per l’emergenza colera, per seguire questi paziente: tra l’inizio dei sintomi e la forma conclamata passano infatti soltanto poche ore e se non si interviene subito la situazione può diventare talmente grave da portare fino alla morte. Questa struttura è gestita da suor Marcella, una suora delle missionarie francescane, che aveva chiesto un supporto ad Avsi per questa emergenza colera.

D. - Dott. Grava, come si può aiutare Haiti?

R. - Sicuramente la raccolta di fondi è una questione di fondamentale importanza, anche se ci sono state - come avete probabilmente visto o letto - polemiche sull’utilizzo dei fondi e sulla reale fruibilità dei fondi da parte della popolazione.

D. - Come mai, secondo lei? Si è fatto un’idea?

R. - E’ difficile dare una risposta. E’ evidente anche che la situazione generale del Paese non favorisce una distribuzione adeguata di tutti i fondi. Il 28 novembre scorso ci sono state le elezioni, ma il comitato elettorale non ha ancora espresso con chiarezza il risultato definitivo o meglio chi sarà ammesso al ballottaggio. In questa situazione d’instabilità politica, sicuramente la macchina amministrativa ed organizzativa fa molta più fatica. Certamente ci sono anche altre emergenze nel mondo, ma questa di Haiti dovrebbe essere sicuramente più ricordata!

D. - Cosa si è portato dietro da questa sua missione?

R. - La cosa che spesso ricordavamo, noi che eravamo venuti dall’Italia, era l’importanza che questa nostra azione fosse la testimonianza non solo dell’aiuto materiale che l’uomo può dare all’altro uomo, ma che potesse essere veramente la comunicazione della tenerezza del Signore, attraverso le nostre misere forze. Questo è un qualcosa che può rimanere per sempre, di là dai risultati che la nostra azione può aver dato. (mg)







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