Per i giovani, contro la mafia: l’impegno della Conferenza episcopale siciliana
Frattura tra fede e vita, disoccupazione, diffusa illegalità, mancanza di speranza:
queste le cause che spesso portano i giovani ad aderire alla mafia o a lasciare le
loro terre. Se ne è parlato, nei giorni scorsi, nel convegno “Educare in Sicilia”,
organizzato a Palermo dalla Conferenza episcopale regionale. Tra i temi affrontati,
il federalismo fiscale e lo stallo nella formazione professionale. “Da settembre i
corsi non sono stati ancora attivati e circa 4 mila ragazzi sono ancora per la strada”,
denuncia mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina e delegato per l’Educazione
Cattolica, la Scuola e l’Università. Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. - Siamo
molto preoccupati di questo enorme ritardo, perché questo danneggia anzitutto i nostri
giovani, specialmente nei territori più svantaggiati. In questo modo, invece di contrastare
l’evasione scolastica e la dispersione scolastica, si contribuisce ad incrementarla.
D. - Di fronte a questo immobilismo da parte delle istituzioni, come
vivono i giovani?
R. - I giovani si sentono senza futuro. Il nostro
compito è quello di aiutare i giovani a restare in Sicilia per avere un futuro.
D.
- In questa situazione di paralisi, l’attuazione del federalismo fiscale potrebbe
favorire uno sblocco?
R. - Ci sarebbe da disperare se venisse attuato
immediatamente il federalismo fiscale. E questo perché la Sicilia in questo momento
non ha né un progetto a lunga scadenza né le risorse economiche né le risorse umane
per attivare questo federalismo fiscale, che pure va attivato affinché ci sia una
maggiore responsabilità. E’ necessario riuscire a prepararsi a questo, attraverso
una cultura della responsabilità che, purtroppo, non è molto diffusa.
D.
- Chi ha responsabilità, sia a livello nazionale che a livello locale, come può invertire
la rotta?
R. - Può invertire la rotta mettendo la scuola e l’educazione
al centro dell’agenda politica: in Sicilia ci accorgiamo, invece, che al centro dell’agenda
politica ci sono problemi troppo spesso di natura clientelare. Le faccio un esempio:
in questo momento l’Assemblea Regionale sta discutendo su quali direttori generali
nominare, dividendoli per i vari partiti che appoggiano il governo, mentre c’è una
legge sul diritto allo studio che è ferma da alcuni anni… E questo a nessuno interessa!
(mg)