2011-02-06 10:58:50

Per i giovani, contro la mafia: l’impegno della Conferenza episcopale siciliana


Frattura tra fede e vita, disoccupazione, diffusa illegalità, mancanza di speranza: queste le cause che spesso portano i giovani ad aderire alla mafia o a lasciare le loro terre. Se ne è parlato, nei giorni scorsi, nel convegno “Educare in Sicilia”, organizzato a Palermo dalla Conferenza episcopale regionale. Tra i temi affrontati, il federalismo fiscale e lo stallo nella formazione professionale. “Da settembre i corsi non sono stati ancora attivati e circa 4 mila ragazzi sono ancora per la strada”, denuncia mons. Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina e delegato per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università. Paolo Ondarza lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Siamo molto preoccupati di questo enorme ritardo, perché questo danneggia anzitutto i nostri giovani, specialmente nei territori più svantaggiati. In questo modo, invece di contrastare l’evasione scolastica e la dispersione scolastica, si contribuisce ad incrementarla.

D. - Di fronte a questo immobilismo da parte delle istituzioni, come vivono i giovani?

R. - I giovani si sentono senza futuro. Il nostro compito è quello di aiutare i giovani a restare in Sicilia per avere un futuro.

D. - In questa situazione di paralisi, l’attuazione del federalismo fiscale potrebbe favorire uno sblocco?

R. - Ci sarebbe da disperare se venisse attuato immediatamente il federalismo fiscale. E questo perché la Sicilia in questo momento non ha né un progetto a lunga scadenza né le risorse economiche né le risorse umane per attivare questo federalismo fiscale, che pure va attivato affinché ci sia una maggiore responsabilità. E’ necessario riuscire a prepararsi a questo, attraverso una cultura della responsabilità che, purtroppo, non è molto diffusa.

D. - Chi ha responsabilità, sia a livello nazionale che a livello locale, come può invertire la rotta?

R. - Può invertire la rotta mettendo la scuola e l’educazione al centro dell’agenda politica: in Sicilia ci accorgiamo, invece, che al centro dell’agenda politica ci sono problemi troppo spesso di natura clientelare. Le faccio un esempio: in questo momento l’Assemblea Regionale sta discutendo su quali direttori generali nominare, dividendoli per i vari partiti che appoggiano il governo, mentre c’è una legge sul diritto allo studio che è ferma da alcuni anni… E questo a nessuno interessa! (mg)







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