Cile. Missione nelle famiglie: l’esperienza del Movimento di Schoensttat
Sono stati 68 i missionari, per la maggioranza membri del Movimento apostolico di
Schoensttat, che hanno dato vita per il terzo anno consecutivo alle Missioni Familiari
presso il comune di Cabrero, in Cile. Secondo la nota inviata all’Agenzia Fides dalla
Conferenza Episcopale del Cile, la leader del gruppo dei giovani, Astrid Galdames,
ha sottolineato che “l'obiettivo di questo anno è stato quello di svolgere le missioni
in famiglia”, proprio per questo scopo hanno partecipato i genitori insieme ai figli
e ad altri amici invitati, formando così una grande comunità che è andata nei diversi
quartieri del comune di Cabrero. Fra i missionari c'erano 6 famiglie al completo,
con tanto di amici ed altri parenti coinvolti per questa occasione. Le 68 persone
sono state accolte nella scuola San José, dove si sono svolte anche delle attività
per le famiglie. Ci sono stati momenti di autentica missione, di preghiera e anche
di formazione, ma la parte principale del tempo è stata dedicata dai missionari alla
visita alle famiglie “porta a porta”. Ci sono state anche celebrazioni, una rappresentazione
teatrale e la celebrazione della Messa con una processione finale. Ogni sera una famiglia
diversa era incaricata di organizzare una rappresentazione teatrale che prendesse
spunto da un programma televisivo o da un fatto della vita della comunità conosciuto
da tutti, per offrire una nuova opportunità di riflettere e di rispondere cristianamente
a tali eventi. Le testimonianze dei partecipanti sono tante e molto ricche per l’
esperienza vissuta insieme le famiglie in questo compito missionario. “All'inizio
la gente del posto era poco interessata, ma adesso, dopo le missioni, continuano a
cercarci per parlare e per approfondire il significato dell’andare in missione” ha
detto Pablo Humud, uno dei capi famiglia. Ogni giorno, per le celebrazioni comunitarie
nella parrocchia di Santa Filomena de Cabrero, si sono riunite circa un centinaio
di persone, sotto la guida del sacerdote Francisco Basañez e del seminarista Pedro
Larraín.