2011-02-04 14:48:20

Slovacchia: per i vescovi l’obiezione di coscienza è un diritto che la Chiesa difende


La Chiesa continuerà a battersi per il diritto all’obiezione di coscienza degli operatori sanitari in Slovacchia. Lo ha dichiarato il portavoce della Conferenza episcopale slovacca, padre Jozef Kovacik, commentando la decisione dell’Ospedale universitario di Bratislava di continuare a praticare aborti, nonostante le obiezioni manifestate dal personale ospedaliero. Lo scorso gennaio la direzione dell’ospedale aveva annunciato invece che, a partire dal 1° febbraio, non avrebbe più praticato aborti per venire incontro a tali richieste, ricevendo il plauso dei vescovi e dei movimenti pro-vita. Secondo padre Kovacik, il passo indietro è dovuto a “pressioni politiche”. “Gli operatori sanitari hanno diritto all’obiezione di coscienza che è tutelata dalla legge e che a suo modo è altrettanto importante del diritto alla vita”, ha detto il portavoce all’agenzia Cns. La legge slovacca ammette l’interruzione volontaria della gravidanza entro 12 settimane dal concepimento a determinate condizioni, compresi pericoli per salute anche mentale della madre e difficoltà economiche e sociali, ma autorizza ospedali cattolici a non praticare aborti e riconosce anche l’obiezione di coscienza agli operatori sanitari nelle strutture ospedaliere pubbliche. Una scelta – ha detto padre Kovacik - che sta prendendo piede in Slovacchia e che ha il sostegno della Chiesa. (L.Z.)







All the contents on this site are copyrighted ©.