I vescovi dell’Illinois: la legalizzazione delle unioni civili in conflitto con la
libertà religiosa
La legalizzazione delle unioni civili nell’Illinois “rischia di entrare in conflitto
con la libertà religiosa”. A denunciarlo, in una nota, sono i vescovi dello Stato,
dopo la firma apposta alla legge il 31 gennaio dal governatore democratico Pat Quinn.
Secondo la Conferenza cattolica dell’Illinois, contrariamente a quanto sembra indicare
il titolo (“Legge sulla tutela della libertà religiosa e sull’unione civile”), il
provvedimento non protegge abbastanza le istituzioni religiose in caso di contenziosi
con lo Stato, in particolare in materia di adozioni e di affidamenti di minori. L’auspicio
dei vescovi è che questi aspetti vengano presi in seria considerazione nei prossimi
mesi e che siano prese misure per tutelare meglio la libertà di coscienza. La nota
– riferisce l’agenzia Cns - ribadisce quindi la posizione della Chiesa sul matrimonio
che, afferma, “non è una semplice relazione tra esseri umani” e “non è un’invenzione
né della Chiesa né di uno Stato”. “Nessuna ideologia – sottolineano i presuli - può
cancellare la certezza che il matrimonio esista solo tra un uomo e una donna, i quali
con un dono personale ed esclusivo si impegnano reciprocamente a cooperare con Dio
nella procreazione ed educazione di nuove vite umane”. La normativa, approvata in
via definitiva il 13 gennaio dal Senato statale, riconosce anche alle coppie dello
stesso sesso diritti molto simili a quelli garantiti alle persone unite in matrimonio.
Tra questi sono inclusi la capacità di decidere il trattamento medico per il partner
e il diritto ad ereditarne i beni. Con l’Illinois salgono a sei gli Stati americani
che riconoscono nel proprio ordinamento le unioni civili o i matrimoni omosessuali.
Gli altri cinque sono la California, il Nevada, il New Jersey, l’Oregon e Washington.
(L.Z.)