I presuli del Nord Africa: "le proteste sono una rivendicazione di libertà e dignità"
Gli eventi che in questi giorni sconvolgono l’Egitto e la Tunisia sono "una rivendicazione
di libertà e di dignità". È quanto sostiene la Conferenza episcopale regionale del
Nord Africa (Cerna) nel comunicato finale diffuso al termine della riunione che si
è conclusa mercoledì sera ad Algeri. Secondo i presuli – riferisce l’Osservatore Romano
- tali avvenimenti racchiudono una "domanda di libertà e di dignità", che riguarda
in particolare "le generazioni più giovani della nostra regione che si traduce nella
volontà che tutti siano riconosciuti come cittadini, e cittadini responsabili". I
presuli si richiamano poi al tema del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale
della pace del primo gennaio scorso e ribadiscono che "la libertà religiosa è la garanzia
del rispetto reciproco e completo tra le persone". Questo si "traduce prima di tutto
nella libertà di coscienza riconosciuta a tutte le persone, la libertà di cercare
la verità". E ciò suppone "il rispetto dell’altro, della sua dignità". Nel testo,
firmato del presidente del Cerna, dall’arcivescovo di Rabat, Vincent Landel, dai presuli
di Tunisia, Marocco, Libia e Algeria si esprime anche "preoccupazione" per la situazione
"spesso drammatica" degli immigrati irregolari in partenza per l'Europa. In Egitto,
intanto, il patriarca di Alessandria, il cardinale Antonios Naguib, sottolinea che
"l'Egitto va verso cambiamenti sostanziali". La violenza di questi giorni - osserva
il porporato - è "il risultato di una strategia ben preparata dai fautori del disordine
per la destabilizzazione dell'ordine, probabilmente in vista di accaparrare il potere".
Dal canto suo il vescovo copto cattolico di Luxor, mons. Youhannes Zakaria, aggiunge
inoltre che da quando sono iniziate le proteste, nelle chiese si prega "perchè le
violenze non abbiano la meglio sul dialogo e perché il Paese non cada nella guerra
civile". Per i leader politici "è arrivato il momento - aggiunge il presule - di fare
un esame di coscienza". "La politica - osserva mons. mons. Youhannes Zakaria - torni
a servire il nostro Paese". Il vescovo copto cattolico di Assiut sottolinea infine
che "il processo di transizione è innescato ed è irreversibile". "Le elezioni di settembre
- conclude - permetteranno al popolo di scegliere, ma prima si dovranno cambiare gli
articoli della Costituzione relativi alla durata del mandato presidenziale". (A.L.)