Usa: chiarimento sulla pastorale sanitaria fra i vescovi e l'Associazione cattolica
Cha
“Il vescovo locale è l'interprete autorevole” nell’applicazione delle direttive etiche
e religiose che guidano il sistema sanitario cattolico. È quanto ribadito in uno scambio
di lettere tra il presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb)
mons. Timothy Michael Dolan e suor Carol Keehan, presidente e amministratrice delegata
della Catholic Health Association (Cha), l’associazione che raggruppa le istituzioni
sanitarie cattoliche americane. Le "Etichal and Religious Directives for Catholic
Health Care Services", conosciute con l’acronimo di Erd, indicano i principi ai quali
si devono attenere gli operatori sanitari cattolici. Fra l’altro viene ribadito che
l’aborto procurato intenzionalmente non è mai moralmente ammissibile, ma che soltanto
in alcune particolari situazioni di effettivo pericolo di vita per la donna sono applicabili
delle procedure mediche che potenzialmente potrebbero causare la morte del nascituro.
Le direttive erano state introdotte dalla Usccb nel giugno 2010 in relazione al caso
di un controverso intervento chirurgico terapeutico praticato presso il Saint Joseph’s
Hospital and Medical Center di Phoenix - che fa parte della rete di strutture della
Cha — su una paziente incinta le cui gravi condizioni di salute non avrebbero, secondo
i medici, permesso di portare avanti la gravidanza, pena la sopravvivenza della donna.
L’aborto in questione era stato condannato dal vescovo di Phoenix Thomas James Olmsted,
mentre suor Keehan aveva difeso la scelta del personale medico della struttura a cui
nel frattempo lo scorso dicembre è stato ritirato il titolo di cattolico. In una
lettera inviata a mons. Dolan, la religiosa ha rinnovato il sentimento di collaborazione
dell’associazione con l’episcopato, riconoscendo che “ogni vescovo nella propria diocesi
è l’interprete autorevole delle direttive e che un vescovo ha il diritto di interpretare
le direttive e anche di implementarle se lo desidera”. Concetto riaffermato nella
risposta di mons. Dolan che sottolinea, tra l’altro, l’importanza che la Chiesa parli
“con un’unica voce” contro “le crescenti pressioni politiche e sociali che cercano
di costringerla a rimettere in discussione i suoi principi” e “l’illegittima intromissione
del governo” nella sua missione nel campo sanitario. Suor Keehan era salita agli onori
delle cronache l’anno scorso per la sua posizione sulla riforma sanitaria del Presidente
Obama. Contro gli orientamenti dell’episcopato, la religiosa aveva dichiarato che,
nonostante alcuni punti deboli, la legge non introduceva né aumentava i fondi federali
per l’aborto. (A cura di Lisa Zengarini)