Sri Lanka: la diocesi di Mannar chiede al governo verità sugli abusi dei diritti umani
Il governo dello Sri Lanka “deve dimostrare pubblicamente l’impegno per la verità
sugli eventi registrati durante decenni di conflitto civile. Questo impegno è premessa
indispensabile ad ogni sforzo di riconciliazione”: è quanto afferma una nota della
diocesi di Mannar, inviata alla Commissione sulla Riconciliazione istituita dal governo
del Presidente Rajapaksa (la cosiddetta “Lessons Learnt and Reconciliation Commission”).
La nota, firmata dal vescovo di Mannar, mons. Jospeh Rayappu, e giunta all’agenzia
Fides, rimarca l’urgenza di “non coprire la verità sulle violazioni dei diritti umani
e sul diritto umanitario”, chiedendo una esplicita chiarificazione sul destino di
oltre 146mila cittadini dell’area di Vanni, dei quali non si ha più alcuna notizia
dalla fine della guerra. Riconoscendo l’importanza dell’opera per la riconciliazione
nazionale, la Chiesa locale “disapprova l’operato della precedente Commissione di
Inchiesta che ha fallito nel far emergere la verità sulle violazioni dei diritti umani
e sulle esecuzioni extragiudiziali”, citando alcuni clamorosi episodi come l’attacco
alla Chiesa cattolica di Pesalai (nella diocesi di Mannar), dove si erano rifugiati
molti civili, e la scomparsa del sacerdote cattolico padre Jim Brown, entrambi avvenuti
nel 2006. La Chiesa nota che la visita a Mannar dei rappresentanti della Commissione
per la Riconciliazione è stata troppo breve: tre giorni per raccogliere informazioni
e prove su oltre 30 anni di conflitto. La Chiesa locale segnala anche le migliaia
di sfollati ancora presenti nell’area di Mannar, che a 20 mesi dalla fine della guerra
non hanno ancora un casa, non hanno mezzi di sussistenza, non hanno accesso all’acqua
e ai servizi essenziali come la sanità e l’istruzione. In passato la Commissione per
la Riconciliazione era stata fortemente criticata da un gruppo di Organizzazioni non
governative internazionali e da settori della società civile dello Sri Lanka. Le Ong
criticavano “l’assenza di indipendenza e credibilità”, condizioni basilari per condurre
una indagine seria sugli abusi e un’opera efficace per la riconciliazione. (R.P.)