Francia: critiche dei vescovi per il mancato riferimento Ue alle persecuzioni anticristiane
Dura presa di posizione anche della Chiesa francese per il mancato raggiungimento
di un accordo per una comune dichiarazione dei Ministri degli Esteri dell’Ue sulla
protezione dei cristiani e la libertà di religione nel mondo. “I 27 membri dell'Unione
Europea – scrive il portavoce della Conferenza episcopale francese (Cef) mons. Bernard
Podvin, citato dall’agenzia Sir - avrebbero potuto redigere un testo forte e concreto
circa la libertà religiosa nel mondo. Avrebbero potuto essere! Sarebbe stato degno.
Sarebbe stato elementare”. E invece, “il risultato parla da solo: tergiversamenti
e rinvii alle rispettive diplomazie per affinare il testo. Diversi Paesi, tra cui
la Francia, hanno chiesto che le proposte siano meno vaghe. E mentre i nostri fratelli
credenti sono perseguitati e massacrati nell’esercizio della loro fede, delle cancellerie
stanno lavorando per affinare una letteratura che non deve nominare troppo le vittime,
per non offendere”. Mons. Podvin ricorda che “la delegazione dei vescovi a Bruxelles
(la Comece) trova incomprensibile la controversia, osservando che "l'impegno dell'Unione
europea per la difesa dei diritti umani, compresa la libertà religiosa, è chiaramente
indicata nel suo trattato". Non meno dure le critiche della sezione francese dell’”Aiuto
alla Chiesa che Soffre” (Acs), il cui direttore Marc Fromager si è detto “costernato”
dal rinvio sine die della decisione. “A forza di dichiarazioni ambigue disconnesse
dalla realtà, nel caso specifico il rifiuto di parlare esplicitamente della tragedia
della persecuzione anti-cristiana nel mondo, l’Europa mette in mostra, ancora una
volta, la sua insignificanza politica”, ha dichiarato Fromager. (L.Z.)