Delegazione di leader cristiani, musulmani ed ebrei in visita ad Auschwitz
Un grande progetto, che ha permesso a “personalità delle tre grandi religioni monoteiste
di riunirsi e meditare sul significato dello sterminio”. Così il presidente della
Conferenza episcopale francese e arcivescovo di Parigi, cardinale André Vingt-Trois,
ha commentato la visita, cui ha preso parte, di oltre cento leader religiosi cristiani,
ebrei e musulmani al campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia, per commemorare
le vittime della Shoah. Ad Auschwitz, oltre a un milione di ebrei, ricorda L’Osservatore
Romano, furono uccisi anche 70mila polacchi, 20mila rom e 15mila russi. La visita
è stata patrocinata dall’Unesco e organizzata nell’ambito del Progetto Aladino, con
l’obiettivo di promuovere la comprensione interculturale e rendere disponibili le
informazioni relative all’olocausto anche in arabo, persiano e turco. Tra i partecipanti,
il grand mutfi della Bosnia, Mustafa Ceric, che ha sottolineato come la negazione
dell’olocausto, come pure della strage di Srebrenica, dove nel 1995 furono trucidati
ottomila musulmani bosniaci, contribuisca al possibile ripetersi di nuove stragi.
“Questo monumento dell’orrore – ha detto – serve a ricordare che l’intolleranza e
l’incomprensione tra i popoli possono spingere gli uomini a costruire un posto votato
allo sterminio di altri esseri umani”. Dello stesso avviso anche il gran rabbino di
Polonia, Michael Schudrich: “Portare leader religiosi ebrei, cristiani e musulmani
qui – ha concluso – forse aumenta le probabilità che, se ci sarà una prossima volta,
l’umanità potrà fermarsi in tempo”. (R.B.)