2011-02-02 15:46:19

Vescovi Ue: rammarico per il mancato voto sulle persecuzioni contro i cristiani


La Comece, la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea, si è pronunciata ieri pomeriggio su quella che ha definito una spiacevole riluttanza da parte del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue ad assumersi la responsabilità di firmare un chiaro documento di condanna delle persecuzioni contro i cristiani e altre minoranze nel mondo. I 27 non hanno trovato l’accordo lunedì scorso su un testo che ricalcava la Risoluzione del Parlamento europeo, come pure la Raccomandazione del Consiglio d’Europa, giunte pochi giorni prima. La Comece nel suo forte comunicato ricorda che “gli attacchi recenti ai cristiani non sono fatti isolati, ma che piuttosto le statistiche documentano che la maggioranza degli attacchi alla libertà religiosa riguarda cristiani”. Inoltre, la Comece sottolinea come tutto ciò era ben documentato e trattato nei pronunciamenti del Parlamento europeo (20 gennaio) e del Consiglio d’Europa (27 gennaio). Ricordando che “il dovere di difendere i diritti fondamentali e tra questi la libertà religiosa viene espresso chiaramente nei Trattati dell’Ue e in molte dichiarazioni ufficiali”, la Comece afferma: “Ci aspettiamo che l’Ue metta in atto azioni concrete per mettere in pratica questi principi”. Del margine di azione possibile, dopo il rinvio della decisione dei ministri Ue, Fausta Speranza ha parlato con l’on. Luca Volontè, capogruppo dell’Udc alla Camera del Parlamento italiano e componente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa:RealAudioMP3

R. - Certamente, è una pagina buia per il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea, una pagina buia per l’Europa a 27. Si arena l’iniziativa del Parlamento europeo, che ha chiesto direttamente al Consiglio dei ministri dell’Unione Europea di fare un gesto. Non si arenano, invece, gli impegnativi richiami e le impegnative raccomandazioni che il Consiglio d’Europa ha fatto ai 47 Paesi membri, dei quali sono parte anche i 27 dell’Unione Europea. Quei Paesi dell’Unione Europea che fanno parte del Consiglio d’Europa devono allora rispondere agli impegni che l’Assemblea parlamentare ha chiesto loro di assumersi in prima persona.

D. - Dunque, in concreto, cosa dovrebbe essere fatto contro la persecuzione dei cristiani e in difesa di questo principio di libertà religiosa?

R. - Diffondere materiale che illustri, anche ai Paesi dell’Unione Europea, quanto siano dannosi gli stereotipi anticristiani e la cristianofobia ormai dilagante in Europa, porre nelle relazioni bilaterali tra i singoli Paesi europei e i Paesi del Medio Oriente - in qualsiasi tipo di accordo, anche commerciale - il tema fondamentale della libertà religiosa e, in particolare, della libertà e della difesa dei diritti religiosi dei cristiani. Inoltre, attuare una politica di asilo che preveda anche la caratteristica della libertà religiosa e della conversione al cristianesimo come uno degli elementi fondamentali per dare il diritto di asilo. Mi sembrano questi - diciamo così - i tre pilastri fondamentali davanti ai quali i Paesi dell’Unione Europea, nonostante il fallimento, non possono nascondersi.(mg)








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