2011-02-02 12:14:52

Il Papa ai Vespri nella giornata della Vita consacrata: “di fronte all’emarginazione della religione dalla sfera pubblica e al relativismo, occorre offrire una testimonianza cristiana luminosa e coerente”


Di fronte alla “progressiva emarginazione della religione dalla sfera pubblica” e al “relativismo che tocca i valori fondamentali”, Benedetto XVI esorta i consacrati ad offrire nelle odierne società una “testimonianza cristiana luminosa e coerente”. Celebrando ieri pomeriggio nella Basilica Vaticana i Vespri della Festa della Presentazione di Gesù al tempio, nella XV Giornata mondiale della vita consacrata, il Papa ha invitato quanti hanno professato i voti di povertà, castità e obbedienza ad orientare “l’intelligenza e il cuore degli uomini verso la vita buona del Vangelo. Il servizio di Tiziana Campisi: RealAudioMP3


Sull’attualità di questa scelta evangelica radicale, che ancora oggi compiono tanti uomini e donne nel mondo, Anna Rita Cristaino ha intervistato suor Enrica Rosanna, sottosegretario del dicastero vaticano per i consacrati: RealAudioMP3

R. – La vita consacrata, che è vita alla sequela di Cristo, vita che testimonia e si forma nell’esigenza del Vangelo, mi pare che manifesti in modo eminente la vita buona del Vangelo. Le persone che scelgono di seguire Gesù scelgono di vivere tutta la Buona Novella: le esigenze, la gioia, le promesse, le ragioni della speranza cristiana.

D. – Giovanni Paolo II indicava la castità, la povertà e l’obbedienza come una sfida profetica e una terapia spirituale per il nostro tempo. Qual è la situazione attuale della vita consacrata?

R. – Leggendo oltre e dentro i numeri, che dicono la presenza della vita consacrata nella Chiesa nei vari Paesi del mondo, Paesi in cui la vita consacrata ha un momento di rinascita e altri Paesi in cui sembra che abbia un momento di declino, mi piace dire che la vita consacrata, oggi, vive un tempo di nuova elaborazione del suo vissuto e del suo modello storico, mentre cerca di riferirsi con forza alla parola, alle istanze dell’umanità contemporanea, ponendosi in un cammino di profonda comunione con le diverse componenti della Chiesa e con le diverse culture del mondo.

D. – Si parla anche di un’urgenza educativa in riferimento all’animazione vocazionale. Quali strategie intraprendere per educare a comprendere che la vita stessa è una vocazione, un dono di Dio?

R. – Mi pare, innanzitutto, che occorra un cammino che apra all’alterità: a partire dall’Altro, con la “A” maiuscola. I giovani hanno il riferimento a mondi e linguaggi frammentati ed effimeri; noi abbiamo bisogno di qualcosa che sia eterno e sui cui i giovani possano posare e riposare i piedi.

D. – E’ ancora attuale la scelta di consacrarsi a Dio?

R. – Io direi che è attualissima, proprio perché i giovani di oggi cercano un senso pieno della vita. E chi più di Gesù può dare il senso della vita, un senso pieno, perenne, che dà felicità? Ovviamente Gesù non promette una vita facile, ma felice, perché è vero che la vocazione è un dono ma è anche una conquista, un approfondimento che viene dalla percezione, dall’attenzione alle varie “Annunciazioni” del quotidiano. (gf)







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