2011-02-02 14:58:26

Filippine. Documento sulla Salute Riproduttiva: il governo vuole continuare il dialogo con i vescovi


Il governo Aquino ha detto di voler continuare il dialogo con i vescovi, sul controverso disegno di legge sulle politiche familiari e di controllo demografico che è all’esame del Parlamento. Fonti di Fides nella Chiesa filippina, che ieri aveva minacciato di abbandonare il tavolo delle trattative, auspicano anch'esse che “il dialogo continui per il bene della nazione”. Il governo rimarca che il Ministro per la Salute, Enrique Ona, sta redigendo la bozza del nuovo documento intitolato “Documento sulla Paternità e Maternità Responsabile”, che sarà sottoposto al Congresso, in sostituzione del precedente “Documento sulla Salute Riproduttiva”. Il nuovo testo dovrebbe presentare indicazioni sui metodi contraccettivi naturali e artificiali, lasciando libertà di scelta. Ieri, i vescovi filippini hanno pubblicato una Lettera Pastorale, firmata dal presidente della Conferenza Episcopale, mons. Nereo Ochimar, dal titolo “ Scegliere la vita, rifiutare il Documento sulla Salute Riproduttiva”. La Lettera ribadisce l’assoluto “no” al Documento, ricordando gli articoli della Costituzione in cui allo stato viene riconosciuto il compito di proteggere la famiglia, la madre e il concepito. “Siamo ad un punto di svolta per la nazione”, nota la Lettera. “Davanti a noi ci sono le differenti versioni del Documento sulla Salute Riproduttiva o del Documento sulla Paternità e Maternità Responsabile. Ma questo documento, in tutte le sue versioni, ci invita comunque a fare una scelta: scegliere la vita o scegliere la morte”. I vescovi notano che tale Documento è un forte attacco ai valori umani, ai valori della cultura filippina e “non ne rispetta il senso morale”. E’ invece il prodotto di una visione “secolarista e materialista” che sta prendendo piede anche nella società filippina. La Lettera Pastorale confuta tutte le argomentazioni di quanti difendono il Documento: promuove la contraccezione ed è quindi contrario alla vita umana; non riduce il tasso di aborti, né aiuterà a prevenire la diffusione dell’Aids (è stato già dimostrato in paesi come la Thailandia che la diffusione del condom ha moltiplicato i casi di Aids); non è la via giusta per contrastare il fenomeno della sovrappopolazione e della povertà. Per questo i vescovi ne chiedono l’immediato ritiro dalla discussione del Congresso filippino, invitando i legislatori a “considerare la dignità conferita all’uomo da Dio e il valore della vita umana”. La Chiesa ha affermato, infine, che è pronta a ritirare la sua delegazione dal tavolo del negoziato con il governo se queste istanze non saranno ascoltate. Intanto gli attivisti pro-vita hanno lanciato una campagna di firme, nelle parrocchie, nelle scuole e nelle piazze, per fermare l’approvazione del “Documento sulla Salute Riproduttiva”. I gruppi affermano di operare in sintonia con la Commissione Episcopale per la Vita e per la Famiglia, con cui hanno organizzato numerose iniziative per febbraio il “Mese per la vita”. Le firme saranno inviate ai membri del Congresso, che sono all’80% cattolici, “nella speranza che vorranno tenere conto della volontà popolare”.







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