Filippine. Documento sulla Salute Riproduttiva: il governo vuole continuare il dialogo
con i vescovi
Il governo Aquino ha detto di voler continuare il dialogo con i vescovi, sul controverso
disegno di legge sulle politiche familiari e di controllo demografico che è all’esame
del Parlamento. Fonti di Fides nella Chiesa filippina, che ieri aveva minacciato di
abbandonare il tavolo delle trattative, auspicano anch'esse che “il dialogo continui
per il bene della nazione”. Il governo rimarca che il Ministro per la Salute, Enrique
Ona, sta redigendo la bozza del nuovo documento intitolato “Documento sulla Paternità
e Maternità Responsabile”, che sarà sottoposto al Congresso, in sostituzione del precedente
“Documento sulla Salute Riproduttiva”. Il nuovo testo dovrebbe presentare indicazioni
sui metodi contraccettivi naturali e artificiali, lasciando libertà di scelta. Ieri,
i vescovi filippini hanno pubblicato una Lettera Pastorale, firmata dal presidente
della Conferenza Episcopale, mons. Nereo Ochimar, dal titolo “ Scegliere la vita,
rifiutare il Documento sulla Salute Riproduttiva”. La Lettera ribadisce l’assoluto
“no” al Documento, ricordando gli articoli della Costituzione in cui allo stato viene
riconosciuto il compito di proteggere la famiglia, la madre e il concepito. “Siamo
ad un punto di svolta per la nazione”, nota la Lettera. “Davanti a noi ci sono le
differenti versioni del Documento sulla Salute Riproduttiva o del Documento sulla
Paternità e Maternità Responsabile. Ma questo documento, in tutte le sue versioni,
ci invita comunque a fare una scelta: scegliere la vita o scegliere la morte”. I vescovi
notano che tale Documento è un forte attacco ai valori umani, ai valori della cultura
filippina e “non ne rispetta il senso morale”. E’ invece il prodotto di una visione
“secolarista e materialista” che sta prendendo piede anche nella società filippina.
La Lettera Pastorale confuta tutte le argomentazioni di quanti difendono il Documento:
promuove la contraccezione ed è quindi contrario alla vita umana; non riduce il tasso
di aborti, né aiuterà a prevenire la diffusione dell’Aids (è stato già dimostrato
in paesi come la Thailandia che la diffusione del condom ha moltiplicato i casi di
Aids); non è la via giusta per contrastare il fenomeno della sovrappopolazione e della
povertà. Per questo i vescovi ne chiedono l’immediato ritiro dalla discussione del
Congresso filippino, invitando i legislatori a “considerare la dignità conferita all’uomo
da Dio e il valore della vita umana”. La Chiesa ha affermato, infine, che è pronta
a ritirare la sua delegazione dal tavolo del negoziato con il governo se queste istanze
non saranno ascoltate. Intanto gli attivisti pro-vita hanno lanciato una campagna
di firme, nelle parrocchie, nelle scuole e nelle piazze, per fermare l’approvazione
del “Documento sulla Salute Riproduttiva”. I gruppi affermano di operare in sintonia
con la Commissione Episcopale per la Vita e per la Famiglia, con cui hanno organizzato
numerose iniziative per febbraio il “Mese per la vita”. Le firme saranno inviate ai
membri del Congresso, che sono all’80% cattolici, “nella speranza che vorranno tenere
conto della volontà popolare”.