Egitto: due milioni in piazza per la fine dell'era Mubarak
Sotto la spinta delle proteste di massa al Cairo, il presidente egiziano Mubarak ha
fatto un mezzo passo indietro. Ieri i quasi due milioni di persone che sono scese
per le strade della capitale, e decine di migliaia nelle altre città egiziane, hanno
detto chiaro e forte che vogliono vedere la fine del regime trentennale di Hosni Mubarak.
Il rais, ha risposto dando l'annuncio che non si ricandiderà per la sesta volta alle
elezioni ma che, per evitare il caos, vuole gestire in prima persona la transizione
fino alle prossime presidenziali previste in autunno. Un annuncio che la piazza, l'opposizione
e anche il presidente americano Barack Obama hanno giudicato insufficiente a far rientrare
la protesta anti-regime. Il servizio di Amina Belkassem:
La giornata
di ieri potrebbe, dunque, rappresentare l’ultimo atto dell'era Mubarak, nonostante
il presidente egiziano non sia disposto a farsi da parte, ma a traghettare il Paese
verso il cambiamento. Quale il futuro immediato per l’Egitto alla luce dei segnali
giunti ieri dalla piazza e dalla comunità internazionale? Giancarlo La Vella lo ha
chiesto a Luciano Ardesi, esperto di nord Africa:
Il Brent,
il greggio del Mare del Nord, punto di riferimento del mercato europeo, nei giorni
scorsi era volato per la prima volta in due anni oltre i 100 dollari. A influire sul
superamento di questa soglia sono state, secondo gli analisti, le tensioni geopolitiche
in atto in questi giorni nel Mediterraneo. Sentiamo Ugo Bertone, editorialista economico,
intervistato da Giada Aquilino: