2011-02-02 14:36:52

Costa Rica. Disegno di legge sulla fecondazione in vitro: intervento dei vescovi


I vescovi della Costa Rica hanno presentato in Parlamento la loro posizione riguardo al disegno di legge n. 17900 sulla fecondazione in vitro e sul trasferimento di embrioni, nell’intento di contribuire alla discussione parlamentare dalla prospettiva dell’antropologia cristiana, dell’etica e del magistero ecclesiale. Valori – quelli della dottrina cristiana – condivisi dall’immensa maggioranza dei cittadini costaricani, che dovranno dunque esseri considerati nel momento in cui l’Esecutivo intende rispondere alla richiesta della Commissione Interamericana sui Diritti Umani (CIDH) affinché sia soppressa l’interdizione della fecondazione in vitro e del trasferimento di embrioni, vigente nel Paese dal 2000 su dettato della giurisprudenza costituzionale. In virtù della propria missione evangelica e del suo dovere apostolico, la Chiesa desidera proporre una dottrina morale conforme alla dignità della persona e alla sua vocazione integrale, spiegando i criteri per la valutazione morale delle applicazioni della scienza alla vita umana, in particolare ai suoi inizi. Tali criteri sono essenzialmente “il rispetto, la difesa e la promozione dell’uomo, il suo diritto primario e fondamentale alla vita e la sua dignità come persona, dotata di anima spirituale, di responsabilità morale e chiamata alla comunione beatifica con Dio”. Presentata con frequenza all’opinione pubblica come l’ultima opportunità per le donne con problemi di sterilità, “tale tecnica permette che esseri umani, allo stadio più debole e indifeso della loro esistenza, siano selezionati, abbandonati, assassinati o utilizzati come materiale biologico. Secondo il magistero della Chiesa, il criterio fondamentale per chiunque voglia affrontare tale tema è che “il frutto della generazione umana, fin dalla costituzione dello zigote, esige il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità corporale e spirituale: essere umano da trattare come persona dal momento del concepimento, titolare dunque da quello stesso momento dei diritti della persona, soprattutto del diritto inviolabile alla vita”. La Chiesa – continua il documento – è contraria alla fecondazione omologa in vitro, che comporta un’elevatissima perdita di embrioni e la deliberata manipolazione delle cellule. Come riconosciuto dalla “Convenzione Americana per i Diritti Umani”, “ogni persona ha il diritto al rispetto della propria vita, diritto protetto dalla legge e, in generale, a partire dal momento del concepimento. Nessuno può essere privato arbitrariamente della vita”. Secondo tale tesi – prosegue il documento – il diritto alla vita fin dal concepimento non è un tema esclusivamente religioso, nonostante si voglia portare il dibattito solo su questo terreno. Il vero significato della scienza – sottolineano i vescovi al termine del loro documento – è il servizio alla vita umana; va quindi ribadito che non è lecito sacrificare in alcun caso l’essere umano al successo della scienza o della tecnica”. (M.V.)







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