2011-02-01 14:30:24

Orissa: la polizia minaccia la moglie del pastore protestante ucciso dagli estremisti indù


Nei giorni scorsi la polizia di Pokala (Kandhamal) ha ordinato alla moglie di Saul Pradhan, il pastore pentecostale ucciso lo scorso 11 gennaio, di non fare più domande sulla morte del marito e di ritirare le accuse contro gli estremisti indù, Marda Pradhan e Baiju Mallick, accusati dell’omicidio. "Siamo andati quattro volte alla stazione di polizia – ha affermato all'agenzia AsiaNews Nimata Pradhan - per ottenere la relazione post mortem di mio marito, ma la polizia ha rifiutato di consegnarcela e ci ha consigliato di ritirare la causa. Ma noi ci siamo rifiutati di farlo". La polizia ha dichiarato che il pastore, trovato morto vicino a un lago, è stato ucciso dal freddo, ma parenti e membri della comunità protestante affermano che al momento del ritrovamento il corpo dell’uomo mostrava fratture alle gambe ed escoriazioni al volto e al torace, segno evidente di un’aggressione. Saul Pradhan, aveva ricevuto di recente minacce dai leader indù del villaggio che gli avevano ordinato di convertirsi. Secondo alcune voci dietro l’occultamento dell’omicidio vi sarebbe la mano di Manoj Pradhan, estremista indù del Barathya Janatha Party e leader dei pogrom anticristiani del 2008, ora in carcere con l’accusa di omicidio. Pradhan – riferiscono le stesse voci - avrebbe fatto visita al medico dell’obitorio incaricato della perizia post mortem, ordinando di occultare l’omicidio e di far seppellire subito il cadavere. (M.I.)







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