Niger: elezioni generali all'insegna della lotta alla povertà
Elezioni presidenziali e legislative, ieri, in Niger per chiudere la parentesi del
colpo di Stato militare, a un anno circa dalla caduta di Mamadou Tandja. Secondo i
primi dati, avrebbe votato almeno il 50% dei quasi sette milioni di aventi diritto.
Il servizio di Giulio Albanese:
Elezioni
sostanzialmente pacifiche ieri in Niger, con l’intento dichiarato di porre fine al
regime militare nel Paese dell’Africa occidentale, produttore di uranio e petrolio.
Sta di fatto che le preoccupazioni rimangono, in quanto - a detta della società civile
locale - il risultato finale potrebbe rivelarsi controverso, tra preoccupazioni di
frodi e disorganizzazione nella gestione della macchina elettorale. Poco meno di sette
milioni gli aventi diritto, chiamati alle urne per eleggere un nuovo presidente e
un nuovo parlamento. Il voto rappresenta indubbiamente il ritorno dei poteri a un
governo civile, dopo il colpo di stato militare del 18 febbraio dello scorso anno,
che spodestò l’ex presidente, Mamadou Tandja. Dieci sono i candidati in lizza per
le presidenziali, tra cui per la prima volta una donna. Secondo gli osservatori, è
improbabile che qualcuno raggiunga già al primo turno la maggioranza necessaria per
l’elezione alla massima carica dello Stato. Il ballottaggio, se ci sarà, è stato comunque
fissato per il prossimo 12 marzo. Tutte e dieci le personalità in corsa per la carica
presidenziale hanno promesso di fare della lotta alla povertà il loro primo impegno,
non fosse altro perché tra uranio e petrolio il Niger potrebbe essere davvero una
potenza economica a tutti gli effetti.(ma)