Myanmar. Emergenza sanitaria: nelle zone rurali 23 operatori per 10 mila persone
Si è appena concluso a Bangkok il secondo forum dell'Organizzazione Mondiale della
Salute sulle risorse umane per la sanità nel corso del quale gli esperti hanno cercato
nuove strategie per trattenere gli operatori sanitari nelle zone più remote. Infatti
il Myanmar è uno dei 57 Paesi del mondo che si trova ad affrontare una emergenza per
la mancanza di personale medico. Attualmente, secondo l'Oms, nel Paese ci sono meno
di 23 operatori sanitari ogni 10 mila persone, il minimo necessario per fornire una
copertura dell'80% per le nascite e le vaccinazioni contro il morbillo. Nelle zone
rurali del Myanmar, dove vive il 70% dei 58 milioni di abitanti, mancano le strutture
sanitarie di base. I pazienti viaggiano per ore, anche giornate intere, per raggiungere
ospedali o cliniche che si trovano solo in città. Secondo le stime del Ministero della
Salute, nel 2010 in tutta la nazione sono stati registrati 1.504 centri sanitari rurali
per 65 mila villaggi. Per cercare di ovviare a questa emergenza, molte Ong sanitarie
internazionali offrono cure mediche gratuite, ma la domanda supera di gran lunga le
loro possibilità. Il Myanmar conta circa 13 medici e infermiere/ostetriche ogni 10
mila abitanti. Secondo il governo, nel 2010 nel Paese c'erano circa 26 mila medici,
23.800 infermiere e 19 mila ostetriche. In Myanmar ci sono 14 università pubbliche
con 3.780 studenti iscritti in diverse discipline mediche, gli studenti di medicina
vengono dalle agiate famiglie urbane e non sono quindi disposti ad esercitare la loro
professione nelle zone rurali povere. Gli stipendi nelle zone rurali sono scoraggianti
e la maggior parte degli operatori sanitari preferisce quindi lavorare in città, dove
ospedali e cliniche private pagano salari più alti, altri emigrano. In generale, metà
della popolazione mondiale vive in zone rurali, ma qui vi lavorano meno del 38% delle
infermiere e il 25% dei medici. (R.P.)