2011-02-01 15:04:19

Khartoum accetta l’indipendenza del Sud Sudan


Il governo di Khartoum accetta l’indipendenza del Sud Sudan accogliendo l’esito del referendum. Alla consultazione, tenutasi dal 9 al 15 gennaio scorsi, il 99 per cento degli elettori ha votato per la secessione dal nord del Paese. Il Sud Sudan si appresta dunque a diventare il 55.mo Stato dell’Africa. Il vicepresidente sudanese, Ali Osman Taha, ha dichiarato che l’intenzione del governo di Khartoum è di “portare avanti delle relazioni di buon vicinato con il Sud Sudan”.

Niger
Elezioni presidenziali e legislative, ieri, in Niger per chiudere la parentesi del colpo di Stato militare, a un anno circa dalla caduta di Mamadou Tandja. Secondo i primi dati, avrebbe votato almeno il 50% dei quasi sette milioni di aventi diritto. Il servizio di Giulio Albanese:RealAudioMP3

Elezioni sostanzialmente pacifiche ieri in Niger, con l’intento dichiarato di porre fine al regime militare nel Paese dell’Africa occidentale, produttore di uranio e petrolio. Sta di fatto che le preoccupazioni rimangono, in quanto - a detta della società civile locale - il risultato finale potrebbe rivelarsi controverso, tra preoccupazioni di frodi e disorganizzazione nella gestione della macchina elettorale. Poco meno di sette milioni gli aventi diritto, chiamati alle urne per eleggere un nuovo presidente e un nuovo parlamento. Il voto rappresenta indubbiamente il ritorno dei poteri a un governo civile, dopo il colpo di stato militare del 18 febbraio dello scorso anno, che spodestò l’ex presidente, Mamadou Tandja. Dieci sono i candidati in lizza per le presidenziali, tra cui per la prima volta una donna. Secondo gli osservatori, è improbabile che qualcuno raggiunga già al primo turno la maggioranza necessaria per l’elezione alla massima carica dello Stato. Il ballottaggio, se ci sarà, è stato comunque fissato per il prossimo 12 marzo. Tutte e dieci le personalità in corsa per la carica presidenziale hanno promesso di fare della lotta alla povertà il loro primo impegno, non fosse altro perché tra uranio e petrolio il Niger potrebbe essere davvero una potenza economica a tutti gli effetti.(ma)

Tunisia
Una sinagoga è stata data alle fiamme da ignoti nel sud della Tunisia, nella regione di Gabes. Lo ha riferito il leader della comunità ebraica locale. Intanto, secondo stime dell’Onu, sono almeno 219 le persone rimaste uccise in Tunisia nelle proteste di massa che hanno condotto alla caduta del regime di Zine al-Abidine Ben Ali, ex presidente del paese maghrebino.

Costa D’Avorio
Ancora un mese per cercare di risolvere la crisi in Costa D’Avorio. E’ questa la decisione presa dai capi di Stato e di governo dell’Unione Africana, a conclusione del vertice tenutosi ad Addis Abeba in Etiopia. Un pool formato da cinque capi di Stato dovrà presentare fra 30 giorni un dossier vincolante per gli attuali contendenti ad Abidjan per la carica di capo dello Stato: il presidente uscente, Laurent Gbagbo, e il leader dell’opposizione, Alassane Ouattara, eletto alle ultime consultazioni.

Coree
Una nuova fase potrebbe aprirsi nello spinoso confronto tra le due Coree. Ieri, il presidente sudcoreano, Lee Myung-Bak, ha fatto appello al senso di responsabilità del suo omologo del nord, Kim Yong Il, affinché sappia cogliere l’opportunità rappresentata della prevista ripresa, nei prossimi giorni, dei colloqui tra i due Paesi.

Kazakistan
In Kazakistan, dopo che il Consiglio costituzionale si è dichiarato contrario al referendum sul prolungamento fino al 2020 del mandato dell’attuale presidente, Nazarbaiev, lo stesso capo dello Stato ha accettato il responso. Nazarbaiev ha anche annunciato elezioni presidenziali anticipate.

Iraq
In gennaio è stato drammatico l'aumento di violenze in l’Iraq: durante il mese appena trascorso, nel Paese sono stati uccisi 159 civili, quasi il doppio rispetto agli 89 morti del dicembre 2010. A renderlo noto è il Ministero della salute iracheno. Numerose anche le vittime tra le forze dell'ordine, in base ai dati diffusi dai Ministeri della difesa e dell'interno. A gennaio hanno perso la vita 55 poliziotti e 45 soldati, a fronte rispettivamente delle 41 e 21 vittime dello scorso dicembre. La recrudescenza delle violenze è dovuta a una serie di attacchi terroristici, sferrati nelle scorse settimane contro la comunità sciita e contro alcuni commissariati di polizia.

Afghanistan
Una delegazione del movimento armato afghano "Hezb-e-Islami", guidata da Gulbuddin Hekmatyar, si recherà prossimamente a Kabul per incontrare i responsabili dell'Alto Consiglio per la Pace istituito dal presidente afghano, Hamid Karzai. Lo hanno reso noto oggi fonti locali. Insieme con i talebani e alla cosiddetta Rete Haqqani, l'Hezb-e-Islami è il terzo gruppo di opposizione armata al governo Karzai.

Medio Oriente
Miliziani palestinesi hanno sparato la notte corsa tre razzi contro il sud di Israele. Lo ha riferito l'esercito israeliano precisando che l’area colpita è quella di Eshkol, vicino alle città di Netivot e Ofakim. Fortunatamente, non si ha notizia di vittime.

Germania
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, è da ieri in visita a Tel Aviv. Accompagnata da dieci ministri, la Merkel ha in programma, dopo quelli di ieri, una serie di incontri con i massimi vertici d’Israele. In agenda, lo stallo dei colloqui di pace diretti israelo-palestinesi, ma anche le crisi in Egitto e nel resto del nord Africa.

Ungheria
“Il governo ungherese è pronto a modificare la legge sulla stampa se sarà necessario”. Lo ha detto la vicepresidente della Commissione Ue, Kroes, che ha accolto con favore la disponibilità. La Commissione aveva minacciato una procedura di infrazione in mancanza di modifiche a quella che Parigi e Berlino avevano definito legge-bavaglio. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 32







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