Il Papa al Congresso latinoamericano delle vocazioni: gioia e limpidezza di fede per
invitare a seguire Cristo
Una vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa non è frutto di una strategia umana,
ma del primato della vita spirituale. Lo afferma Benedetto XVI nel messaggio indirizzato
al secondo Congresso continentale latinoamericano delle vocazioni, iniziato ieri a
Cartago, in Costa Rica, e in programma fino a sabato prossimo. I contenuti del messaggio
del Papa nel servizio di Alessandro De Carolis:
Non serve
la mente di uno stratega per guadagnare uomini e donne alla causa del Vangelo, ma
cuori innamorati di Dio. E’ uno dei concetti-chiave che Benedetto XVI comunica a chi,
nell’America Latina, ha la responsabilità di pianificare le iniziative di pastorale
vocazionale. Tra i tanti aspetti che potrebbero essere considerati nel coltivare
delle vocazioni, scrive il Papa, “vorrei sottolineare l'importanza di prendersi cura
della vita spirituale. “L'esperienza – constata – insegna che dove c’è una
buona pianificazione e la pratica costante delle vocazioni, le vocazioni non mancano”.E tuttavia, la vocazione – afferma – non è il risultato di un progetto
umano o di un’abile strategia organizzativa. Nella sua realtà più profonda, è un dono
di Dio, una iniziativa misteriosa e ineffabile del Signore”. Per questo, indica il
Pontefice, si deve “tenere sempre a mente il primato della vita spirituale come fondamento
di ogni programmazione pastorale”. Per i più giovani, prosegue, bisogna “prevedere”
la “possibilità di aprire il cuore a una realtà più grande: Cristo, che solo può dare
senso e pienezza alla loro vita. Dobbiamo superare la nostra autosufficienza e andare
con umiltà al Signore, supplicandolo di chiamare molti”.
Inoltre, Benedetto
XVI punta su un altro aspetto importante: la testimonianza. Se una comunità cristiana
gode di “abbondanza di vocazioni” questo, osserva, è “un segno eloquente della vitalità”
di quella Chiesa, della “forte vita di fede” che si respira in quella porzione di
popolo di Dio. Ciò che deve spiccare dunque, asserisce Benedetto XVI, è “una testimonianza
limpida e trasparente di fede, speranza e carità”. Assieme alla gioia, certo. Perché
un “testimone fedele e gioioso della propria fede – soggiunge il Papa – è sempre stato
ed è un mezzo privilegiato per suscitare in tanti giovani il desiderio di seguire
le orme di Cristo”. E assieme al coraggio: quello “di proporre con dolcezza e rispetto
la possibilità che Dio chiami anche loro”, sapendo che “oggi, come sempre”, i giovani
“sono sensibili alla chiamata di Cristo che li invita a seguirlo”.
Nel
Messaggio, Benedetto XVI ricorda anche l’imminente anniversario della celebrazione
del primo Congresso continentale, 17 anni fa, e con questo il fatto che “la
Chiesa, nel profondo del suo essere, ha una dimensione vocazionale, già implicita
nel suo significato etimologico di ‘assemblea convocata’ da Dio. Anche la vita
cristiana – dice – partecipa di questa stessa dimensione vocazionale che caratterizza
la Chiesa. Nell'anima di ogni cristiano risuona ogni volta di nuovo quel ‘seguimi’
di Gesù agli Apostoli, che ha cambiato per sempre la loro vita”.