Don Julián Carrón su Giovanni Paolo II: “Un enorme debito di riconoscenza”
“Un enorme debito di riconoscenza”. Questa è una delle frasi che si leggono nella
lettera che don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e liberazione
(Ci), ha scritto agli aderenti al movimento per invitarli a partecipare alla beatificazione
di papa Wojtyla, il 1 maggio prossimo a Roma. “Ci uniamo alla gioia di tutta la Chiesa
nel ringraziare Dio per Giovanni Paolo II, per la sua testimonianza e la sua passione
missionaria”, scrive don Carròn che sottolinea la gioia ritrovata di essere cristiani,
riscoperta vedendo la sua passione per Cristo, il tipo d’umanità che scaturiva dalla
sua fede, il suo entusiasmo contagioso. “In lui abbiamo subito riconosciuto un uomo,
con un temperamento e un accento investiti dalla fede – continua il sacerdote - nei
cui discorsi e gesti si documentava il metodo scelto da Dio per comunicarsi: un incontro
umano che rende affascinante e persuasiva la fede”. In un momento particolarmente
difficile, continua don Carrón, Giovanni Paolo II ha riproposto davanti a tutti, con
un’audacia che può avere solo Dio come origine, che cosa significhi essere cristiano
oggi, offrendo a tutti le ragioni della fede e promuovendo instancabilmente i germi
di rinnovamento della compagine ecclesiale posti in essere dal Concilio Vaticano II.
Con una paternità sorprendente e unica – ricorda don Carrón – Giovanni Paolo II ha
abbracciato la nostra giovane storia riconoscendo canonicamente la Fraternità di Comunione
e liberazione, i ‘Memores Domini’, la Fraternità sacerdotale dei missionari di San
Carlo Borromeo, le Suore di carità dell’Assunzione, come frutti diversi sgorgati dal
carisma di don Giussani per il bene di tutta la Chiesa”. (M.I.)