2011-01-31 15:53:23

Webmaster cattolici: seminario sui nuovi modelli di informazione, da Twitter all'Ipad


Cos’è l’informazione, qual è il suo mercato, quali sono le sue principali caratteristiche e quali le principali linee di crisi che la attraversano? Sono alcune delle domande che animeranno il seminario intitolato “Da Twitter all’Ipad, nuovi paradigmi e modelli di informazione” e promosso dall’Associazione dei Webmaster cattolici italiani e dalla Cei. L’incontro, che si apre oggi e si concluderà il prossimo 8 febbraio, affronta anche due tematiche centrali nella relazione tra nuove tecnologie e informazione. Le illustra, al microfono di Antonella Palermo, il coordinatore del seminario, il prof. Pier Cesare Rivoltella, docente di Didattica e Tecnologie dell’istruzione all’Università del Sacro Cuore: RealAudioMP3

R. - La prima questione è quella che riguarda il modo in cui i media digitali e sociali abbiano trasformato il ruolo dell’utente. Nel mondo degli smartphone e del social network, ciascuno di noi non si limita a ricevere informazioni ma le può anche produrre e collocare in rete con grande facilità. Questo modifica parecchio le cose dal punto di vista dell’etica pubblica della comunicazione. La seconda questione è proprio la trasformazione del lavoro del giornalista, anche perché cambia completamente tutta la filiera della notizia. Basti pensare a come Twitter sia diventato una vera e propria agenzia di informazione con tutta una serie di caratteristiche interessantissime, nel bene e nel male. Nel bene, perché Twitter sfugge ai controlli della censura anche in quei Paesi i cui governi esercitano un controllo ferreo sulla circolazione delle informazioni: grazie a Twitter ci arrivano informazioni su cui molto spesso i media possono costruire notizie che altrimenti non potrebbero costruire. Dall’altra parte, gli svantaggi sono evidenti. Se in Twitter chiunque può diventare giornalista lo può diventare senza quel training tecnico, ma soprattutto deontologico, che normalmente un giornalista ha. Non è detto che l’utente anonimo della rete abbia conoscenza e consapevolezza di che cosa significhi scrivere nello spazio pubblico.

D. – Nei giorni scorsi è stato diffuso il messaggio di Benedetto XVI per la 45.ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “Oggi - scrive il Papa - ci si trova di fronte alla sfida dell’essere autentici, fedeli a se stessi”, senza cedere all’illusione di costruire artificialmente il proprio profilo pubblico ...

R. – Il messaggio è molto bello. Mi verrebbe da dire però che il problema dell’autenticità e della fedeltà a se stessi nella nostra società va ben al di là della nostra presenza in rete, come la cronaca degli ultimi giorni drammaticamente ha evidenziato. Il problema dell’autenticità e della fedeltà a se stessi riguarda tanti ambiti, alcuni dei quali molto poco virtuali. Se mancano l’identità, la fedeltà e l’autenticità nascono problemi seri che rischiano di avere degli impatti pesanti anche dal punto di vista educativo. Questo vale per il social network ma vale a livello "macrosociale". Nella maggior parte dei casi il problema è di noi adulti perché l’esercizio che facciamo spesso è di proiettare i problemi sulle giovani generazioni: “Non sono più come una volta, non prestano più attenzione … ”, ed anche le tecnologie sembrerebbero un problema dei giovani. Se poi si vanno ad esaminare le trasgressioni nel social network ci si accorge che sono soprattutto degli adulti. Il problema dei giovani sono gli adulti: a 360 gradi! (bf)







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