Pakistan: celebrata la Preghiera per la pace in tutte le chiese
La Giornata di preghiera e di digiuno per la pace celebrata ieri, in tutte le chiese
del Pakistan, è stata ed è “un luminoso segno di speranza per tutto il Paese che può
servire a cambiare i cuori e a riscoprire il bene della pace e dell’armonia”. Così
parla all’agenzia Fides padre John Shakir Nadeem, Segretario esecutivo della
Commissione episcopale per la Comunicazioni Sociali, che ha preso parte alle celebrazioni.
All’iniziativa dei cristiani hanno aderito leader e fedeli di altre minoranze religiose,
nonché numerosi musulmani, desiderosi di costruire un Paese migliore, all’insegna
della riconciliazione e del bene comune. Contemporaneamente, nella giornata di ieri,
a Lahore come in altre città, oltre 40mila militanti islamici radicali hanno dimostrato
contro la revisione della legge sulla blasfemia, contro la liberazione di Asia Bibi,
contro gli Stati Uniti e contro il Papa, accusato di interferenza. “Questa, spiega
a Fides il sacerdote, é la differenza fondamentale:noi non siamo contro nessuno,
abbiamo pregato e digiunato, perché crediamo nel valore della pace e vogliamo dare,
in questo modo, il nostro contributo, in quanto cristiani”. La Giornata, indetta dai
vescovi pakistani, ha registrano una massiccia affluenza in tutte le diocesi. A Lahore
una speciale veglia di preghiera si è tenuta nella chiesa cattolica di Santa Maria,
dei padri francescani cappuccini, con la partecipazione di mons. Lawrence Saldanha,
arcivescovo della città e presidente della Conferenza episcopale e di Peter Jacob,
Segretario esecutivo della Commissione “Giustizia e Pace”. Erano presenti anche esponenti
di altre confessioni cristiane, delle minoranze religiose, come gli indù, e leader
musulmani. “Occorre ascoltare la voce della coscienza, che ci conduce verso la pace
e verso il bene” ha detto mons. Saldanha. Anche i leader musulmani presenti hanno
letto versi del Corano che parlano di pace, ribadendo che l’urgenza del Paese è soprattutto
la pace. I fedeli presenti hanno ricordato e pregato anche per Asia Bibi, la donna
cristiana condannata a morte ingiustamente con l’accusa di blasfemia. Di fronte alle
manifestazioni dei gruppi islamisti radicali, l’assemblea si è detta concorde nella
volontà di portare anche a loro un messaggio di dialogo, in nome del bene della nazione,
affidandolo ai musulmani moderati, che potranno farsene promotori, nella speranza
di abbassare la tensione e la polarizzazione che attraversa la società. (C.S.)