Fiaccolata a Roma per la liberazione dei profughi prigionieri nel Sinai
1 febbraio: fiaccolata, in serata, sulla scalinata del Campidoglio a Roma, per chiedere
la liberazione dei profughi nel Sinai, che da due mesi sono sequestrati e torturati
da bande di beduini. Ad organizzare la manifestazione alcune delle organizzazioni
che da tempo chiedono l’intervento della comunità internazionale, tra le quali il
Consiglio Italiano per i rifugiati, l’Agenzia Habeshia e il Centro Astalli. Servizio
di Francesca Sabatinelli:
Non sono
più soltanto 250 i poveretti nelle mani dei beduini del Sinai al confine con Israele.
Il numero dei profughi, in maggioranza eritrei ed etiopi, ma provenienti anche da
altre parti del Corno d’Africa, è cresciuto, così come il numero dei gruppi di predoni.
Lo conferma padreMussie Zerai, dell’agenzia
Habescia:
“Stiamo scoprendo sempre nuovi gruppi. In parte già sapevamo
che si trattava di 15-20 bande di trafficanti, però fino a qualche settimana fa l’unico
contatto che avevamo, era legato ai 250 eritrei. Poi, successivamente, stiamo venendo
a conoscenza dell’esistenza di altri gruppi. L’ultimo contatto, ad esempio, è stato
con una ragazzina di 15 anni che è nelle mani di questi sequestratori che la vogliono
vendere ad una clinica, il che implica il discorso del traffico di organi. Questa
è la situazione: mi diceva questa ragazzina che sono in 120 nelle mani di questo nuovo
gruppo mentre un altro gruppo, con cui sono entrato in contatto qualche giorno fa,
parlava di altre 54 persone; invece, del vecchio gruppo dei 250 ne sono rimasti 27:
due donne incinte sono state liberate dietro il pagamento del riscatto. Una donna,
invece, esattamente il 25 gennaio, incinta di cinque mesi, ha perso il suo bambino
dopo una serie di maltrattamenti e violenze che ha subito”.
Allarmare
l’opinione pubblica, e sollecitare l’intervento della Comunità internazionale, è l’obbiettivo
di questa manifestazione. “Vogliamo che l’Europa si svegli!”, è il richiamo di Christopher
Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati:
“Sarà
una manifestazione dove diciamo chiaramente che c’è una responsabilità anche degli
Stati, cominciando da quelli dell’Europa, che in questi ultimi tempi hanno chiuso
le frontiere a chi, spesso per motivi di guerra o di persecuzione, voleva entrare
nel territorio. Noi chiediamo all’Europa di offrire un’evacuazione umanitaria di questi
profughi, quindi condivisione delle responsabilità, tanto con l’Egitto - dove si trovano
- come con Israele. Ci rendiamo conto che l’attuale situazione in Egitto, rende il
tutto ancora più difficile. C’è anche un paradosso che vogliamo mettere in luce: si
parla tanto della lotta contro il traffico di persone, ma alla luce dei fatti, dobbiamo
constatare che le uniche persone che sono state liberate, sono state liberate perché
i familiari disperati, alla fine, hanno pagato il riscatto di 8 mila dollari a persona”.
Una
fiaccolata fatta di lumi e silenzio, assicurano gli organizzatori, per denunciare
e testimoniare. (ma)