Corsica. Il vescovo di Ajaccio: “No all’indifferenza di fronte alle rivolte in Tunisia”
“Non possiamo restare indifferenti di fronte agli avvenimenti in Tunisia”: è quanto
afferma, in una nota, mons. Jean-Luc Brunin, vescovo di Ajaccio, in Corsica, in riferimento
alle rivolte in atto da alcune settimane nel Paese africano. Il carovita ed un clima
politico di tensione sono all’origine delle proteste, che hanno provocato la morte
di diverse persone ed hanno visto scendere in piazza i giovani, i giornalisti e gli
attivisti per i diritti umani. “Il sentimento di interdipendenza creato dalla globalizzazione
– spiega mons. Brunin – ci rende attenti a ciò che avviene in Tunisia”. Per questo,
continua il presule, quanto accade “ci riguarda, in base a quella cittadinanza mondiale
che Giovanni Paolo II, nel Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace 2005, definiva
così: “L’appartenenza alla famiglia umana conferisce ad ogni persona una specie di
cittadinanza mondiale, rendendola titolare di diritti e di doveri, essendo gli uomini
uniti da una comunanza di origine e di supremo destino. La condanna del razzismo,
la tutela delle minoranze, l'assistenza ai profughi e ai rifugiati, la mobilitazione
della solidarietà internazionale nei confronti di tutti i bisognosi, non sono che
coerenti applicazioni del principio della cittadinanza mondiale”. Mons. Brunin sottolinea,
poi, come i manifestanti siano scesi in piazza in modo pacifico e come, invece, sia
stato l’intervento della polizia a provocare numerose vittime. “Il ricorso alle armi
e alla violenza – dice il presule – è sempre contro produttivo ed è il segno dell’illegittimità
di una posizione e della debolezza dei violenti”. Nelle proteste, il presule legge
“il rifiuto dell’ingiustizia e dell’iniquità e la condanna di un regime politico corrotto”,
“asservito agli interessi particolari ed incapace di tutelare il bene comune della
popolazione”. A dimostrazione, ribadisce il vescovo di Ajaccio, che “la negazione
politica dell’interesse generale è inesorabilmente destinata alla sconfitta”. Infine,
mons. Brunin saluta gli avvenimenti in Tunisia “come una speranza per l’avvenire,
non solo di questo popolo e di questo Paese così vicino a noi, ma anche dell’umanità
intera. Ringraziamo il popolo tunisino per averci ricordato, al costo della vita,
che la violenza e la corruzione sono destinate alla sconfitta”. (I.P.)