2011-01-30 15:27:45

Roma. Fiaccolata dopodomani in Campidoglio per i profughi eritrei nel Sinai


Chiederanno il rilascio dei 250 profughi eritrei sequestrati da mesi nel deserto egiziano del Sinai i partecipanti alla fiaccolata silenziosa che si terrà in Campidoglio, lungo la monumentale scalinata, il prossimo primo febbraio. Rispetto al gruppo degli ostaggi – aggiorna sulla situazione don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia che promuove la manifestazione assieme al Consiglio italiano per i rifugiati CIR, all’Associazione “A Buon diritto” e al Centro Astalli - “non sappiamo che fine abbiano fatto un centinaio di persone” e nell’ipotesi che siano “finite nelle carceri egiziane (…) chiediamo che gli operatori dell’Unhcr possano visitarle ed accogliere le loro richieste di asilo politico”. Don Zerai, riferisce l'agenzia Sir, ricorda inoltre che “il governo egiziano, in quanto firmatario della Convenzione di Ginevra del 1951, deve garantire a queste persone l’accesso al diritto di asilo” e informa che altre 27 persone sono ancora nelle mani dei trafficanti a Rafah e “stanno vivendo ore drammatiche”. In particolare – continua il sacerdote – “la donna incinta al quinto mese, dopo i maltrattamenti dei giorni precedenti, ieri pomeriggio ha perso il bambino che portava in grembo. Ora teme per la sua vita, perché continua a perdere sangue, senza ricevere nessuna cura medica”. Un altro ragazzo, dopo essere stato “picchiato selvaggiamente dai predoni, giace a terra da giorni, in condizioni di salute fortemente compromesse”. Secondo il resoconto del sacerdote eritreo, al gruppo di prigionieri si sarebbero “aggiunti 38 nuovi profughi, ignari di tutto quello che sta succedendo”. Don Zerai torna a chiedere all’Europa di “non voltare le spalle a queste persone”, denunciando “il silenzio dei governi della regione”. “Il parlamento europeo – è l’ appello finale – si attivi usando tutti gli strumenti giuridici e diplomatici a disposizione per ottenere dai governi coinvolti in questa drammatica situazione un intervento risolutivo per liberare e proteggere i profughi che ora sono tenuti in condizione di schiavitù nel Sinai”. (C.D.L.)







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